Quartu, polemica sul Bonus Famiglie: “Ritardi ingiustificabili”

Tante famiglie in attesa dei fondi, è polemica a Quartu

«Se l’assessore Del Zompo dovesse confermare le proprie dichiarazioni riguardo al Bonus Famiglia 2015 ci troveremmo di fronte a una gravissima negligenza politica e l’Amministrazione comunale di Quartu Sant’Elena non potrà far finta di nulla per l’ennesima volta» riporta la nota stampa del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia-AN, a seguito delle dichiarazioni dell’Assessore alle politiche sociali in merito alle sollecitazione delle famiglie numerose a cui spetta il contributo del Bonus Famiglia 2015. Stando alle dichiarazioni, per mezzo stampa della Del Zompo, per il contributo bisogna attendere. 

Per Fratelli d’Italia-AN «non è mai avvenuto un ritardo simile, tanto che alcune famiglie numerose hanno deciso di chiedere pubblicamente cosa stia accadendo». A dire dell’Assessore «si tratta di un sussidio che l’amministrazione intende elargire ma che non è stato possibile inserire in bilancio. Sono attualmente in fase di valutazione nuove soluzioni affinché sia possibile una riprogrammazione delle risorse che permetta di introdurre l’aiuto economico nel bilancio di assestamento».

«Le parole dell’assessore sono di una gravità inaudita -prosegue la nota del coordinamento Fratelli d’Italia-AN – e sono palesi le contraddizioni, espresse tra l’altro in un imbarazzante burocratese di cui le famiglie numerose quartesi faranno volentieri a meno. Abbiamo chiesto al consigliere regionale Paolo Truzzu di riportare la vicenda tramite un’interrogazione in Consiglio regionale, coinvolgendo tutti i partiti. Le politiche a favore della famiglia hanno infatti avuto molto spesso un consenso bipartisan e siamo convinti che anche stavolta lo avranno».

«Spiace dover chiedere informazioni chiare su quanto stia avvenendo, ma troviamo inaudito che i contributi liquidati regolarmente dalla Regione siano spariti, visto che non sono stati inseriti in bilancio. Speriamo pertanto che si provveda il prima possibile o saremmo costretti a manifestazioni pubbliche presso il Municipio, come già avvenuto un anno fa sotto il palazzo del Consiglio Regionale».


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