Le radici sono su un terreno pubblico, tra sterpaglie e rovi, nella strada comunale di Pitz’e serra. I rami di una mimosa, però, già da due anni hanno superato il muretto della villetta di Manuela Dore, impiegata 36enne di Quartu. E i danni, purtroppo, sono già ben visibili: “La recinzione è stata piegata, il muro presto crollerà sotto il peso della pianta”. E i rami non sono distanti dal retro della sua abitazione, acquistata all’inizio del 2018: “Tanti danni che, però, potevano essere evitati”, precisa la Dore. E come? Semplice, con la prevenzione. Dai primi mesi del 2020, infatti, la residente ha chiamato più volte la polizia Locale: “Sono venuti, gli agenti hanno fatto tutti i sopralluoghi del caso e, dopo l’ultimo, mi era stato confermato che il terreno è di proprietà comunale”. L’amministrazione era pronta ad intervenire, probabilmente abbattendo la pianta. “Dovevano estirparla, all’epoca non aveva ancora abbattuto la mia recinzione”. Di operai e agronomi, però, nessuna traccia. E, qualche ora fa, la donna ha contattato “l’ufficio della Tutela dell’ambiente” per chiedere lumi. La risposta? “Intervento annullato perchè i soldi sono stati destinati ad altro”. A cosa, purtroppo, non si sa. E la comunicazione contiene anche un consiglio che sa di beffa: “Mi è stato scritto che, volendo, posso provvedere a mie spese all’abbattimento della mimosa, dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni”.
Una spesa non di poco conto, si tratta di estirpare un albero. E, inoltre, nessuno ha mai detto alla 36enne dove andrebbe portato: “Nessuno mi ha mai accennato al suo smaltimento. La mia casa rischia di subìre nuovi danni perchè la pianta sta continuando a crescere. E c’è anche il rischio degli incendi. L’estate scorsa qualcuno ha appiccato il fuoco dall’altro lato della strada, se l’avessero fatto nella mia parte rischiavo, come minimo, di restare intossicata. Se la situazione non dovesse risolversi in tempi brevi, cioè con un intervento del Comune, mi rivolgerò ad un avvocato”