Quartu, cimitero strapieno: “Mia mamma morta col Covid attende un loculo da due mesi”

Decine di bare ammassate anche nella sala delle autopsie, la disperazione di Rita Campus: “Ho pagato in anticipo 1700 euro e, dal 2 agosto, attendo che seppelliscano mia madre. I morti non hanno voce, noi parenti sì”. A ottobre, forse, il ritorno degli operai per completare la costruzione di mille nuovi loculi


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Il cimitero di Quartu è strapieno, ci sono una cinquantina di bare in attesa di essere infilate dentro altrettanti loculi e i parenti dei defunti che attendono, con la rabbia mista a tristezza che cresce ogni giorno di più, di poter portare un fiore sulla tomba del proprio caro. I lavori di ampliamento sono iniziati a settembre, circa mille nuovi posti sicuri, poi si sono bloccati e, entro ottobre, dovrebbero riprendere. Intanto, la rabbia cresce, e fioccano le testimonianze di chi, oltre al dolore per la perdita di un parente, deve sobbarcarsi anche la disperazione di saperlo, dentro una bara, ammassato insieme ad altre bare. È il caso di Rita Campus, sessantunenne quartese. La madre, Rosaria Schirru, è morta il 2 agosto a ottantotto anni. Viveva in una struttura, la Gersia di Selargius: “Aveva avuto da poco un’emorragia cerebrale, poi il Covid ha fatto il resto e purtroppo se n’è andata. Il funerale è stato celebrato il giorno dopo, da due mesi attende un loculo nella sala mortuaria del cimitero”, racconta la donna. “Ho già pagato i 1700 euro richiesti dall’agenzia funebre, il Comune voleva il denaro subito, anche se per mamma non c’era uno spazio sicuro. Sono tornata al camposanto il venti settembre, gli operai mi hanno detto che forse i lavori riprenderanno ad ottobre”.
“Mi è stato riferito che la camera mortuaria non è più sufficiente per contenere le bare, momentaneamente parcheggiate, e che dovrebbero utilizzare anche la stanza dove si fanno le autopsie. Questa situazione va avanti da tantissimo tempo e nessuno si preoccupa, forse perché i pazienti non possono protestare e di conseguenza  non viene riconosciuta loro nessuna dignità?”, prosegue la donna. “Ricordiamoci che sono state persone, e continuano ad  esserlo per i parenti, che hanno vissuto una vita dignitosa e hanno il diritto che il loro corpo venga rispettato e che i parenti possano andare a mettere un fiore e fare una preghiera nella loro tomba”. Rita Campus ha lanciato un appello al sindaco Milia: “Metta fine a questa tragica situazione e dare dignità ai nostri parenti defunti, perché è nel loro diritto”. Il primo cittadino, negli ultimi giorni, era ritornato sul tema della mancanza di spazi nel cimitero, prevedendo una soluzione del problema entro ottobre e scusandosi con i familiari dei defunti che, ancora, attendono una degna sepoltura.