Quartu, sì al car sharing: ecco le auto a noleggio low cost per i cittadini

Un parco macchine a disposizione dei cittadini: approvate le linee guida del car-sharing, le auto a noleggio che permetteranno di spostarsi in autonomia a costi accessibili. Tutti i dettagli del progetto


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 Un parco macchine a disposizione dei cittadini: approvate le linee guida del car-sharing, le auto a noleggio che permetteranno di spostarsi in autonomia a costi accessibili.
La proposta era stata approvata durante la seduta del consiglio comunale, ora sono state stilate le prime linee guida di quella che sicuramente agevolerà la mobilità dei cittadini che decideranno di usufruire del servizio.
Il car-sharing è un servizio di trasporto pubblico individuale regolato ed organizzato dalle pubbliche amministrazioni, che consente agli abbonati di condividere l’uso di un parco vetture distribuito su più parcheggi.
La stessa auto, nell’arco della giornata, può essere utilizzata singolarmente da più persone, in momenti diversi. L’auto prescelta è a disposizione, ad ogni ora del giorno e della notte, ogni volta che serve.
Si può utilizzare per il tempo che realmente occorre, anche solo per un’ora, così come per più giorni, pagando in proporzione all’utilizzo che se ne è fatto.
Il servizio di car-sharing può essere declinato in vari modi, in funzione delle prestazioni che offre all’utente, dei sistemi tariffari utilizzati e di altre variabili.
Tra i vari modelli e varianti emergono due macro-modelli, che rappresentano comunque la quasi totalità della attuale offerta su questo mercato.
In entrambi i casi le vetture si trovano a disposizione su strada e sono accessibili tramite dispositivi tecnologici.
La differenza tra i due modelli si basa soprattutto sulla necessità o meno di prenotazione della vettura e sulla necessità di prelevare/rilasciare la vettura in parcheggi dedicati: il car-sharing “station based”, detto anche tradizionale o a prenotazione, prevede la prenotazione (anche all’ultimo momento) della vettura che si trova in parcheggi dedicati e che potrà essere rilasciata nel parcheggio di origine (round-trip) o in altro parcheggio (one-way). La necessità del rilascio nel parcheggio in un punto determinato nasce dal bisogno di garantire l’accessibilità della risorsa al prossimo cliente che l’ha prenotata. Il car sharing “free floating”, detto anche a flusso libero, non consente la prenotazione, ma il prelievo è subordinato alla disponibilità della risorsa fisica nel momento del prelievo stesso. La vettura può essere rilasciata in un qualunque punto (ovviamente entro una determinata area).
In entrambi i casi, l’utilizzo è supportato da sistemi tecnologici di prenotazione e di uso delle vetture che si sono largamente raffinati negli ultimi anni con l’affermarsi dei dispositivi quali gli smart-phone.
Le caratteristiche dei due schemi sono il car-sharing tradizionale o a prenotazione: è prioritariamente destinato a chi effettua pochi chilometri con l’auto di proprietà, in genere per spostamenti occasionali e sporadici, che nella stragrande maggioranza dei casi terminano da dove originano (generalmente la casa o l’ufficio). Non serve per gli spostamenti sistematici che sono in generale soddisfatti con il trasporto pubblico.
È polarizzato su utilizzi sporadici di medio – lungo raggio anche fuori città (in Italia la media degli spostamenti serviti vede tempi di durata della prenotazione di 6 ore e percorrenze di circa 40 km).
Per la tipologia di spostamento occorre avere la certezza della disponibilità della vettura, per cui la prenotazione è fondamentale ed effettuabile anche con largo anticipo.
Mira a sostituire la proprietà dell’auto (spesso della seconda auto presente nel nucleo familiare) con un incremento dell’utilizzo del trasporto pubblico quando possibile e il ricorso al car-sharing per quegli spostamenti che non possono essere compiuti, per varie ragioni, con il trasporto pubblico collettivo. Permette un’espansione del servizio graduale, su base geografica. Si adatta anche a centri di media grandezza.
Ha forti motivazioni di risparmio economico.
Il car-sharing a flusso libero: è utilizzato soprattutto per spostamenti brevi in ambito urbano (benché non esistano molti dati ufficiali in merito, si parla di durate medie delle corse di circa 15’ e distanze di pochi chilometri).
Gli spostamenti, in considerazione del fatto che non è consentita la prenotazione della vettura, devono preferibilmente poter essere effettuati anche con un altro mezzo in caso di indisponibilità di un’auto, ad esempio, taxi, autobus, ecc.
È compatibile anche con spostamenti sistematici, purché sussista una convenienza economica. È adeguato quasi unicamente ai grandi centri urbani dove la domanda di mobilità è molto elevata e spazialmente densa.
I due modelli, quindi, soddisfano esigenze di mobilità differenti tra di loro e, pertanto, si possono considerare complementari.
Il servizio car-sharing viene promosso nell’ambito di politiche di mobilità sostenibile, per favorire la trasformazione del possesso del mezzo privato in uso, in modo da creare le condizioni tali perché il cittadino possa rinunciare alla proprietà dell’auto privata, individuale o familiare, ma non alla flessibilità delle proprie esigenze di mobilità.
Il car-sharing rientra tra le azioni della c.d. “sharing mobility” e si connota per una duplice utilità.
Dal lato dell’offerta utilizza tecnologie digitali per: facilitare la condivisione di veicoli; realizzare servizi flessibili; massimizzare l’uso di risorse latenti.
Dal lato della domanda, concorre a perseguire una generale trasformazione del comportamento degli individui, che tendono progressivamente a privilegiare l’accesso temporaneo ai servizi di mobilità, piuttosto che utilizzare il proprio mezzo di trasporto e, su questa base, aderire a nuovi stili di vita che prediligono l’efficienza, la sostenibilità e la condivisione.


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