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Sono stimati in 3,5 milioni di euro i danni causati in Sardegna dagli attacchi del punteruolo rosso, un insetto coleottero curculionide originario dell’Asia che si è diffuso negli ultimi anni in diverse regioni italiane.
A lanciare l’allarme sulla disastrosa situazione sono i vivaisti della Coldiretti che chiedono un intervento concreto da parte della Giunta regionale: “questo insetto, privo di antagonisti naturali e pressoché indenne a qualsiasi forma di lotta agronomica, sta creando un ingente danno alle palme del genere Phoenix nelle aziende vivaistiche sarde che producono da anni queste specie. Se non si interviene con misure efficaci e rapide c’è anche il rischio – spiegano – che la pandemia si estenda alle altre specie di palme sensibili”.
Stiamo parlando del Rhynchophorus ferrugineus (Olivier), comunemente conosciuto come Punteruolo rosso della palma per la sua livrea di colore rosso scuro che risulta molto dannoso a numerose specie di palme. Nel 1994 l’insetto è comparso per la prima volta in Spagna mentre la prima segnalazione in Italia è del 2004 dove si è verificata una progressiva espansione che ha decimato il patrimonio nazionale di palme. Un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato oltre che in Sardegna, in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise. Il Punteruolo rosso è un organismo nocivo oggetto di misura di emergenza da parte della Comunità Europea (Decisione 2007/365/CE “Misure d’emergenza per impedire l’introduzione e la diffusione nella Comunità di Rhynchophorus ferrugineus”). In Italia è in vigore il DM 07/02/2011 “Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il Punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus”. I danni causati dalle larve sono visibili solo in una fase avanzata dell’infestazione e sono rappresentati dall’anomalo portamento della chioma che perde la sua simmetria verticale e che successivamente si mostra completamente divaricata con l’aspetto ad ombrello aperto. Nelle fasi terminali la chioma della palma appare come “capitozzata” e collassa con la migrazione di massa degli insetti adulti presenti all’interno dello stipite per la ricerca di un nuovo esemplare di palma del quale alimentarsi.
In Sardegna dalla sua prima comparsa nel 2007 in Ogliastra sono state adottate una serie di misure sia preventive (azioni di controllo comprese) che curative, che si sono però rilevate non sufficienti. L’insetto infatti si è diffuso ed è presente in 7 province e 47 comuni.
“La situazione allo stato attuale – rendicontano le imprese vivaistiche Coldiretti – ha comportato un danno quantificabile in oltre 3,5 milioni di euro fra mancate vendite (le nostre aziende hanno autonomamente bloccato le vendite e le estirpazioni) e costi per l’abbattimento e lo smaltimento delle piante colpite”.
“Questa condizione – continuano – sta compromettendo il mantenimento dei posti di lavoro nel settore vivaistico in Sardegna, dove lavorano oltre 1200 persone fra occupati diretti ed indotto, e la vita stessa delle aziende”.
Per questo la Coldiretti propone:
– di intervenire in maniera immediata creando il prima possibile un vuoto biologico con il blocco totale delle vendite di Phoenix;
– la comunicazione da parte delle aziende vivaistiche al Servizio Fitosanitario della Sardegna dell’entità numerica del proprio magazzino verde di Phoenix;
– blocco totale delle importazioni di Phoenix di dubbia origine che oggi arrivano regolarmente e senza controllo alcuno nei porti sardi.
“La Giunta regionale – è la conclusione – si faccia carico del problema e sostenga i produttori nelle azioni di lotta preventiva e nei mancati redditi dovuti ai costi che gli stessi devono e dovranno sostenere per lo smaltimento delle palme colpite dall’insetto cosi come previsto dal DM 07/02/2011 ‘Misure di emergenza per il controllo del punteruolo rosso della palma (Rhyncophorus ferrugineus _ Olivier), recepimento della decisione della Commissione europea 2007/365/CE e sue modifiche’, al fine di garantire la vita stessa delle aziende e il mantenimento degli occupati”.