Pula: il caro bollette mette sempre più in crisi pizzerie, bar e ristoranti

A Pula c’è chi decide di rimodulare completamente il proprio modo di lavorare per scongiurare la chiusura.


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Da 800 a 4 mila e 500 euro, un aumento “non sostenibile, se lo avessi saputo non avrei nemmeno lavorato”. Si sfoga così un esercente, titolare di una pizzeria aperta di recente, in una delle principali località turistiche del Sud Sardegna. “Per un breve periodo ho deciso di chiudere per capire come potessi andare avanti e ho deciso di cambiare completamente modo di lavorare per risparmiare al massimo l’energia elettrica”.
Da una pasta per pizze a lunga lievitazione è passato alla lavorazione tradizionale: meno ore nel locale, insomma, “e siamo in tanti esasperati per questa situazione”.
Ha deciso di non esporre la bolletta in vetrina come tanti suoi colleghi hanno fatto su iniziativa della Fipe, al fine di accendere i riflettori sulla drammatica situazione che stanno vivendo i pubblici esercizi, ma di rimboccarsi ulteriormente le maniche e cercare di andare avanti.
Tanta, insomma, la preoccupazione per una situazione che, al momento, non accenna a migliorare: caro bollette come la pandemia, “le previsioni sono che due ristoranti su dieci – ha detto Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe – decideranno di chiudere entro la fine dell’anno se non ci saranno interventi a livello europeo o governativo che possano ridurre in maniera consistente i costi dell’energia”.


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