Puccini, Rossini, Donizetti, Mozart, Verdi: ecco la Stagione lirica e di balletto 2019 al Lirico

Venerdì 22 febbraio alle 20.30 si alza il sipario sulla Stagione lirica e di balletto 2019 del Teatro Lirico di Cagliari. Una stagione attesa dal numeroso pubblico che propone un ricco cartellone di opere, concerti e balletti


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Venerdì 22 febbraio alle 20.30 si alza il sipario sulla Stagione lirica e di balletto 2019 del Teatro Lirico di Cagliari. Una stagione attesa dal numeroso pubblico che propone un ricco cartellone di opere, concerti e balletti. Nello specifico sono previste otto opere ed un balletto per i nove turni di abbonamento (uno in più rispetto allo scorso anno: il nuovissimo turno L) e poi quattro recite fuori abbonamento nel periodo estivo, a dimostrazione della continua crescita della produzione e delle alzate di sipario. I titoli delle otto opere sono: Lo schiavo, Tosca, La cambiale di matrimonio, Il campanello, Don Giovanni, Attila, Macbeth, Hänsel und Gretel ed il classico Le corsaire per il balletto. Sei saranno le nuove produzioni e coproduzioni in ambito nazionale ed internazionale.

Anche la Stagione 2019 è tesa a valorizzare la grande Opera italiana con i più significativi compositori dell’Ottocento e Novecento: Rossini, Donizetti, Verdi, Puccini, ai quali si deve aggiungere il Don Giovanni mozartiano che fa parte della “trilogia italiana” del genio salisburghese e di Lorenzo Da Ponte. Mentre due assolute novità riguardano le figure di Antônio Carlos Gomes, compositore brasiliano che ebbe molto successo in Italia nella seconda metà dell’Ottocento, e di Engelbert Humperdinck, compositore del tardo-romanticismo tedesco che visse a cavallo dei due secoli. Un cartellone di equilibrio tra la musica di repertorio e quella più “nascosta” e sconosciuta, alla quale il Teatro Lirico di Cagliari pone sempre molta attenzione nel rendersi attivo nella sua promozione culturale e non solo nella sua tutela e salvaguardia.

Dopo le inaugurazioni “respighiane” del 2016 e del 2017 e quella di quest’anno con Turandot di Ferruccio Busoni, la Stagione 2019 vede un’altra preziosa rarità musicale questa volta del brasiliano Antônio Carlos Gomes (Campinas, 1836 – Belém, 1896) che viene eseguita per la prima volta in Italia: Lo schiavo, dramma lirico in quattro atti, su libretto di Alfredo d’Escragnolle, visconte di Taunay e Rodolfo Paravicini (che si occupa sia della traduzione in italiano che di alcune modifiche al testo), tratto da un racconto dello stesso di Tauney. L’opera viene rappresentata, per la prima volta, il 27 settembre 1889 al Theatro Imperial Dom Pedro II di Rio de Janeiro e il compositore la dedica alla figlia e reggente dell’imperatore, principessa Isabella, che nel 1888, con la celebre “Lei Aurea”, abolisce la schiavitù in Brasile. L’intreccio, infatti, è incentrato proprio sul tema della schiavitù e della sua abolizione, anche se, al suo arrivo in Italia, il testo originale dell’opera subisce importanti modifiche, dettate soprattutto dalle convenzioni del melodramma (datazione, etnia e ceto sociale dei protagonisti).

Lo schiavo viene rappresentata dal 22 febbraio al 3 marzo, in un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari, in coproduzione con il Teatro São Pedro di San Paolo e con il Festival Amazonas de Opera di Manaus (Brasile), e gode dell’importante patrocinio culturale dell’Ambasciata del Brasile in Italia. Sul podio il debutto di Luiz Fernando Malheiro, direttore artistico delle due istituzioni musicali brasiliane e sicuramente una delle bacchette più note dell’America latina, mentre la regia è firmata dal milanese Davide Garattini Raimondi che ha già lavorato per il Teatro Lirico di Cagliari in occasione delle recite de L’ape musicale di Da Ponte nell’estate 2017 (decentramento in Sardegna) e nell’autunno 2018 (trasferta a New York).

Il secondo appuntamento con l’opera, in scena dal 29 marzo al 7 aprile, è con Tosca, celeberrimo ed amatissimo melodramma di Giacomo Puccini (Lucca, 1858 – Bruxelles, 1924), la cui ultima rappresentazione cagliaritana risale al 2014. Si tratta di un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari, la cui regia è curata dal fiorentino Pier Francesco Maestrini che, a Cagliari, ha firmato Turandot di Puccini (con le scene di Pinuccio Sciola), La campana sommersa di Respighi e, questo dicembre 2018, Rigoletto di Verdi. La direzione d’orchestra è affidata a Donato Renzetti che del repertorio pucciniano riesce a cogliere le più recondite nuances orchestrali.

Come noto, la prima rappresentazione di Tosca ebbe luogo al Teatro Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900: l’opera è ricca di effetti scenici a tinte forti, di particolari realistici, di passioni elementari espresse da motivi energici e melodie impetuose, ed è indubbiamente tra le più rappresentative e popolari del repertorio verista. Accanto ai due protagonisti, Tosca e Cavaradossi, si delinea la figura di Scarpia, motore del dramma, prima grande parte scritta da Puccini per una voce baritonale. La vicenda, ambientata a Roma nel giugno 1800, si sviluppa, nell’arco di una sola giornata, in tre celebri ed affascinanti monumenti: la Basilica di Sant’Andrea della Valle (atto I), Palazzo Farnese (atto II) e Castel Sant’Angelo (atto III). L’amore passionale e sincero che unisce Floria Tosca, celebre cantante, a Mario Cavaradossi, pittore d’idee liberali, viene usato dal barone Scarpia, capo della polizia, a suo favore («L’uno al capestro, l’altra fra le mie braccia…», atto I). Si innesca, così, un dramma della gelosia e dell’inganno che, irrimediabilmente, condurrà al tragico epilogo: Scarpia, dopo aver firmato la condanna a morte di Cavaradossi, viene pugnalato da Tosca che, dopo aver assistito alla finta/vera fucilazione dell’amante, si lancia da Castel Sant’Angelo.

Dal 3 al 12 maggio, ecco un nuovo, insolito dittico musicale: La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868), assente dalle scene cagliaritane dal 1990, e Il campanello di Gaetano Donizetti (Bergamo, 1797-1848), assente invece dal 1956. Il nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari, in coproduzione con il Rossini Opera Festival di Pesaro (per quanto riguarda La cambiale di matrimonio), è curato per regia, scene e costumi da Francesco Calcagnini, tra i più stimati ed importanti scenografi contemporanei che ritorna a Cagliari dopo un “suo” Barbiere di Siviglia del maggio 1999. Dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico Alvise Casellati, direttore d’orchestra padovano, ospite regolare dei più prestigiosi teatri d’opera e festival nazionali, al suo debutto a Cagliari.

La cambiale di matrimonio, composta da Rossini appena diciottenne e rappresentata, per la prima volta, al Teatro San Moisè di Venezia il 3 novembre 1810, è una farsa in un atto che viene scritta in pochissimi giorni e, nonostante ciò, possiede già tutte le caratteristiche musicali e stilistiche del Rossini più maturo. La trama, semplice e godibilissima, dà adito a una serie di gag e scenette che fanno dell’opera un piccolo capolavoro.

Il campanello (Napoli, Teatro Nuovo, 1 giugno 1836) è anch’essa una farsa in un atto, su libretto e musica di Donizetti che la compone quando è già all’apice della carriera e subito dopo il successo di Lucia di Lammermoor. Riscuote subito un successo incondizionato ed è una delle prove più riuscite del Donizetti buffo, anche grazie alla trama che ambienta l’azione in una Napoli chiassosa, vivace e coinvolgente.

Dal 23 al 31 maggio ritorna la grande danza classica con Le corsaire di Adolphe Adam (Parigi, 1803-1856), uno dei capolavori più emozionanti ed amati dal pubblico, nella versione portata in scena dalla coreografa canadese Anna-Marie Holmes, autorevole specialista dei balletti ottocenteschi, con scene fantastiche e costumi esotici di Luisa Spinatelli. Uno spettacolo imperdibile, che mancava dal palcoscenico cagliaritano dal 2009, e che viene proposto con il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, in una nuova straordinaria produzione sempre del teatro meneghino, dove è andato in scena nella stagione appena conclusa.

La prima rappresentazione di Le corsaire ha luogo il 23 gennaio 1856 all’Opéra di Parigi e, da subito, riscuote un successo tale che viene replicato, nella stessa stagione, per ben 43 volte. Imprescindibile nel repertorio accademico e indice dell’alto livello artistico di una compagnia di danza, Le corsaire possiede tutti i caratteri del balletto romantico, oltre ad una forte componente esotica, frutto del gusto dell’epoca che predilige sontuose ambientazioni orientali ed atmosfere da favola. Il balletto, ispirato al poemetto romantico The Corsair di Lord Byron, narra di una fanciulla greca di nome Medora che, insieme a tante altre, viene venduta come schiava dal suo padrone al mercato delle schiave, dove si trova, tra la folla, anche un gruppo di pirati con il loro capo Conrad. Medora, dopo esser stata scelta dal Pasha, un compratore di schiave, scappa verso Conrad che aveva visto poco prima ed a cui aveva lanciato uno sguardo d’amore. Insieme affrontano numerose traversie culminanti con il naufragio della nave, dove tutti muoiono tranne loro. Attaccati ad un relitto, riescono ad arrivare a terra, felici per lo scampato pericolo.

La Stagione lirica e di balletto prosegue nei mesi estivi, a favore del pubblico di abbonati e dei numerosissimi turisti presenti nell’Isola, con un gradito ritorno, a distanza di quattordici anni dall’ultima rappresentazione (febbraio 2005): Don Giovanni, dramma giocoso in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791), su libretto di Lorenzo Da Ponte, che verrà rappresentato dal 28 giugno al 24 luglio per tredici serate, di cui 9 in abbonamento e 4 fuori abbonamento (queste ultime dedicate soprattutto ai turisti). L’attuale produzione, di proprietà del Teatro Lirico di Cagliari, ripropone al pubblico cagliaritano, attraverso la regia di Daniela Zedda, le suggestioni e le atmosfere dell’acclamato allestimento firmato nel 1987 per il Teatro alla Scala di Milano da Giorgio Strehler e ripreso a Cagliari sia nel 2000 che, appunto, nel 2005. Si tratta di uno dei più imponenti allestimenti messi in scena sul palcoscenico del Teatro Lirico di Cagliari: scene monumentali che pur dopo tanti anni conservano intatta la validità di specchio fedele della gioiosa cupezza, caratteristica peculiare della Spagna sei-settecentesca. La direzione musicale è affidata a Gérard Korsten che ritorna sul podio cagliaritano dopo La Traviata, Un ballo in maschera e Il Barbiere di Siviglia delle ultime tre estati.

Rappresentato felicemente al Nationaltheater di Praga il 29 ottobre 1787, dopo il momento di grande popolarità seguito al successo praghese delle Nozze di Figaro, andate in scena nel dicembre del 1786, Don Giovanni è considerato tra i massimi e più perfetti esempi di teatro lirico e gode fra tutti i titoli mozartiani del privilegio, piuttosto raro, di aver avuto una vita scenica ininterrotta. La qualità dell’invenzione musicale e il tema dell’antieroe che sfida qualunque convenienza nella ricerca del proprio piacere, fino a sprofondare tra le fiamme dell’inferno, hanno impressionato profondamente l’immaginario collettivo di tutte le epoche successive. L’Ottocento romantico la considerò addirittura l’opera per eccellenza, fu adorata da Hoffmann e Kierkegaard, da Goethe e da Byron; un gran numero di compositori, tra i quali Beethoven, Chopin, Liszt, scrissero variazioni e rielaborazioni sulle principali melodie dell’opera, mentre Rossini giudicava il Don Giovanni come la propria Bibbia.

Dopo la pausa estiva, la Stagione lirica e di balletto riprende, dal 27 settembre al 6 ottobre, con uno dei primi “melodrammi risorgimentali” del Cigno di Busseto ingiustamente poco rappresentati: Attila di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 – Milano, 1901) che ritorna a Cagliari dopo 143 anni (l’unica edizione è al Teatro Civico nel 1876!). Viene proposto un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari, in coproduzione con la State Opera di Stara Zagora (Bulgaria), con la regia di Enrico Stinchelli, popolare conduttore della fortunata trasmissione “La Barcaccia” su Rai Radio 3. La direzione musicale è affidata a Donato Renzetti, direttore abruzzese, bacchetta nota a Cagliari e in tutto il panorama nazionale ed internazionale.

Nona opera del catalogo verdiano, Attila va in scena, per la prima volta, al Teatro La Fenice di Venezia nel 1846 ed ottiene inizialmente un successo contenuto, ma poi, negli anni, viene apprezzata ed eseguita più spesso, senza mai entrare erroneamente nel repertorio abituale dei teatri. La tematica politica, il soggetto romantico e la caratterizzazione dei singoli personaggi fanno di quest’opera un grande affresco dell’epoca risorgimentale, con grandi scene corali e spettacolari, ma anche con quadri colmi di intimità e sfumature psicologiche.

Dal 31 ottobre al 10 novembre va in scena ancora un grande melodramma verdiano: Macbeth; cruda, affascinante, sanguigna, trascinante e celeberrima tragedia musicale che è il primo, fortunatissimo, incontro fra Verdi e Shakespeare. L’allestimento proviene dal Teatro Regio di Parma (in coproduzione con Cagliari) ed è realizzato, per la regia, da Daniele Abbado che presenta un Macbeth dai forti contrasti: buio, vuoto e cupezza della prima parte si alternano a colori vivaci, luci abbacinanti e tensione emotiva della seconda parte che “inchioderanno” lo spettatore alla poltrona in un crescendo di emozioni veramente indimenticabili. Paolo Arrivabeni, direttore lombardo che ha affrontato recentemente Macbeth a Liegi e a Copenaghen, guida il cast artistico e le compagini stabili in uno dei drammi più torbidi della storia della musica che mancava dal palcoscenico cagliaritano dal 2013.

La prima rappresentazione di Macbeth avvenne al Teatro La Pergola di Firenze il 14 marzo 1847. L’attuale edizione si rifà invece a quella parigina del 21 aprile 1865, nella quale Verdi apportò numerose modifiche tra cui la splendida aria “La luce langue”, il coro degli esuli e il conclusivo inno di vittoria. È il primo incontro di Verdi con Shakespeare; i cupi caratteri dei personaggi travolti da violente passioni e l’alto stile drammatico fanno di Macbeth una grande opera degna del modello shakespiriano.

 

A chiusura della Stagione lirica e di balletto 2019, dal 13 al 22 dicembre va in scena Hänsel und Gretel, opera romantica in tre atti su libretto di Adelheid Wette, tratto dalla fiaba omonima dei fratelli Grimm, e musica di Engelbert Humperdinck (Siegburg, 1854 – Neustrelitz, 1921) che viene rappresentata per la seconda volta a Cagliari (la prima fu nel maggio 1959 al Teatro Massimo con Fiorenza Cossotto nel ruolo di Hänsel). L’allestimento arriva dal Teatro alla Scala di Milano ed è firmato da Sven-Eric Bechtolf, attore, regista e direttore artistico del Festival di Salisburgo, e da Paolo Carignani, direttore d’orchestra milanese, ospite regolare dei più prestigiosi teatri d’opera internazionali, dal Liceu di Barcellona al Metropolitan di New York che dirige cantanti, orchestra e coro di voci bianche. L’opera ha vinto, nel 2017, il XXXVII Premio della Critica Musicale “Franco Abbiati” per scene, costumi, luci e video: «per il coraggioso racconto della povertà sociale del presente attraverso la favola di Hänsel und Gretel, nobilitata nel perfetto equilibrio di realismo e poesia, in uno spettacolo magico, di rara perfezione tecnica».

Il compositore renano Engelbert Humperdinck decide di scrivere un’opera di soggetto fiabesco, dopo che ebbero molto successo alcune sue composizioni musicali, con lo stesso carattere, ideate per il divertimento dei bambini della sua famiglia. La sorella Adelheid rielabora, su suggerimento del fratello, la celeberrima fiaba dei fratelli Grimm “Hänsel und Gretel”, e predispone il libretto dell’opera che andrà in scena, per la prima volta, al Teatro di Corte di Weimar il 23 dicembre 1893, evidenziando il lato fantastico, attraverso l’introduzione di due nuovi personaggi (il nano Sabbiolino e il nano Rugiadino) e tralasciando invece quello crudo e bestiale della fiaba originale. Hänsel und Gretel ebbe da subito un successo straordinario non solo in Germania, ma in tutto il mondo ed è tuttora uno dei capisaldi del repertorio nei teatri di lingua tedesca.

 

Tutti gli spettacoli vengono eseguiti dall’Orchestra e dal Coro, diretto da Donato Sivo, del Teatro Lirico di Cagliari.


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