Sia in caso di vittoria che di sconfitta alle regionali, a Cagliari al posto del sorridente sindaco Paolo Truzzu (terzultimo in Italia nel gradimento popolare, secondo la classifica stilata l’anno scorso dal Sole 24 Ore) arriverà un commissario: un uomo solo al comando, non votato da nessuno, dovrà gestire la città per mesi con tutto il caos dei cantieri aperti, della sicurezza perduta, dei negozi che chiudono, delle strade intasate, della spazzatura in una città sempre più sporca. Esattamente come fece Massimo Zedda cinque anni fa, andando incontro a una rovinosa sconfitta contro Solinas, Truzzu dovrà scegliere.
In caso di vittoria diventerà governatore della Regione e già la prossima settimana dovrà nominare lui stesso un commissario, mentre tutta la giunta e il consiglio comunale (compresi i giovani sardisti) andranno a casa in massa, chissà se altrettanto sorridenti. In caso di sconfitta avrà qualche giorno di tempo per riflettere: restare sindaco per tre mesi e mezzo oppure assicurarsi un cospicuo stipendio da consigliere regionale per i prossimi cinque anni? E’ vero che Truzzu si era già raddoppiato lo stipendio da sindaco nel corso della legislatura, al contrario di quel che fece il sindaco di Sassari. Ma tutti propendono sul fatto che lascerà il Comune.
E comunque l’amicizia con Giorgia Meloni, che lo ha candidato nonostante non abbia mantenuto le promesse elettorali a Cagliari, potrà certamente portarlo ad altri incarichi. Attenzione: Truzzu non si è dimesso durante la campagna elettorale, in quel caso sarebbe stato Solinas a eleggere commissario un suo uomo di fiducia. Ma tra i due il feeling non c’era, tanto che si sussurra che molti sardisti faranno il voto disgiunto pur di non votare Truzzu. Invece in caso di vittoria, sarà proprio Truzzu da padre e padrone a eleggere commissario una persona di sua fiducia (Cicero?). Poi a giugno si voterà, all’orizzonte la sfida Farris-Zedda.
“La pacchia è finita!”, urlava cinque anni fa Paolo Truzzu al porto. Giurava che avrebbe ripulito Cagliari da criminalità e spazzatura. Invece la città è diventata per la prima volta insicura, tanto che una ragazza non può più girare da sola per strada la sera. Tanto che alla Marina quasi ogni sera ci sono risse, rapine, accoltellamenti, episodi di violenza inaudita. Sono ricomparsi persino i parcheggiatori abusivi in via Sonnino. Truzzu prometteva che piazza del Carmine sarebbe stata restituita alle famiglie cagliaritane, invece è sempre più in ostaggio dei tossicodipendenti e degli stranieri, anche lì con la legge della violenza che impera. Attorno c’è un centro storico che gronda di sporcizia: provate a fare un giro tra via Mameli e tutta Stampace, i topi ballano e le strade sono luride, triste spettacolo anche per i turisti. L’abc di quello che si aspettavano gli elettori di destra, dal sindaco che si era tatuato la scritta Trux nel braccio e manifestava con orgoglio da Sentinella in piedi, e che non ha rinnegato i saluti romani, non è arrivato. In cinque anni i mastelli avevamo e i mastelli abbiamo, sempre più luridi e sempre più rotti. Cagliari è entrata clamorosamente tra le prime dieci città più inquinate d’Italia, record impensabile in una città di mare con tanto valore ambientale e due bellissime zone umide.
La bella visione del traffico che l’assessore Mauro Coni inventò con le pedonalizzazioni è diventato uno slalom continuo fra transenne e buche dappertutto, per la gioia dei gommisti. Viale Sant’Avendrace è stata martoriata con un cantiere infinito per poi scoprire incredibilmente che il progetto era sbagliato: nel senso unico non potevano passare insieme i bus di Ctm e Arst. Un errore madornale. La nuova via Dante è già scivolosa, dicono i residenti, oltre che piena di spazzatura. Non ci sono tanti parcheggi in città (l’assessore Mereu aveva promesso riaperture mai avvenute) e i commercianti chiudono uno dopo l’altro, il colpo di grazia arriverà col nuovo centro commerciale di Elmas tra Ikea e altri giganti del food. L’aspetto del centro storico, via Garibaldi compresa, è stato stravolto dalla presenza di tanti locali che fanno cibo e spesso chiudono in pochi mesi, con la puzza di fritto al posto delle eleganti boutiques sopravvissute sino a qualche anno fa. Sono cresciuti a dismisura i nuovi poveri, in fila alla Caritas per un pasto caldo si vedono persino esponenti della borghesia perduta.
Paolo Truzzu dice con orgoglio di avere visitato oltre 120 Comuni nella sua campagna elettorale, evidentemente trascurando il capoluogo per ovvi motivi anche logistici. A Cagliari ha preferito farsi vedere poco, ma ha mostrato con orgoglio a Salvini il nuovo mercato provvisorio (che a molti nostri lettori sembra una prigione messicana, grigia e stretta) dove per almeno tre anni saranno sfrattati gli operatori civici. Intanto lo stadio Sant’Elia è ancora lì e Cagliari non ha un solo spazio per ospitare un cantante di rilievo: è stato speso circa un milione di euro per Mengoni a Capodanno ma nessuno può fare un concerto perchè non esiste un’arena spettacoli. Pirri è in rivolta e gli abitanti si dicono ancora una volta poco considerati.
Ma a parte i risultati mancati, aspettando di vedere viale Trieste dove gli abitanti per rabbia sono andati in Procura e la nuova via Roma, Cagliari si appresta dunque ad essere commissariata ancora. Come fosse una città qualunque, da sacrificare sulle ambizioni personali dei primi cittadini (Zedda vuole ricandidarsi dopo averla lasciata per sua volontà) e dove non ci sarà neanche un assessore per progettare la città turistica. Il commissario potrà occuparsi solamente di ordinaria amministrazione, e cinque anni fa la città fu infatti sommersa dalle discariche abusive. A meno che Truzzu non decida di rinunciare al consiglio regionale e restare sindaco. Come aveva dichiarato in un’intervista nel 2022: “Mi ricandido perchè fare il sindaco è il lavoro più bello del mondo”. Poi è arrivato il terzultimo posto.