Influenza, mal di testa e un sospetto, diventato realtà grazie ad un tampone molecolare “pagato ottanta euro, al drive in del Brotzu”. Mario Scasseddu, 55enne cagliaritano, disoccupato, entra nel vortice del Covid praticamente a sua insaputa: “Ho fatto tutte e tre le dosi del vaccino, il virus è comparso due giorni dopo il booster”. Prima di raggiungere il piazzale del più grande ospedale della Sardegna, Scasseddu aveva fatto una prima verifica: “In farmacia, tampone antigenico rapido, risultato negativo”. Ma il molecolare ha certificato la sua positività al virus: “Era il 29 dicembre. Due giorni dopo, il trentuno, ho ricevuto l’sms col quale mi è stata comunicata, dal ministero della Sanità, la revoca del green pass”. E inizia il calvario: “Grazie ad una mia amica farmacista ho iniziato a prendere vari medicinali, chiudendomi nella mia camera da letto e girando per casa con mascherina Ffp2 solo lo stretto necessario, per non contagiare i miei genitori, entrambi novantenni. L’otto gennaio secondo tampone molecolare e altri ottanta euro spesi, ancora positivo. In tutto questo tempo l’Ats non mi ha mai cercato, nemmeno per chiedermi come sto, a differenza di una dottoressa, gentilissima, del Brotzu”.
“E nessuno, soprattutto”, polemizza Scasseddu, “mi ha mai detto quale protocollo sanitario dover seguire. Dagli enti preposti non ho ricevuto nessuno sostegno, sinora ho speso tanti soldi per i tamponi molecolari. Tra cinque giorni dovrò fare il terzo, spero sia negativo. Penso a chi si trova nella mia condizione e, magari, non ha nessun tipo di aiuto: dobbiamo pensare a tutto noi cittadini? Mi sembra davvero ingiusto”.