Porto Canale di Cagliari verso il disastro, Comandini: “Solinas si impegni”

“Il Ministero dei beni culturali si è opposto alla rimozione dei vincoli. All’incontro suddetto è sicuramente mancata una forte rappresentanza politica per la Sardegna, visto che il Governatore, assente, è stato rappresentato dal suo Capo di Gabinetto”


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Piero Comandini, consigliere regionale Pd è il primo firmatario, insieme agli esponenti del Centro-Sinistra in consiglio regionale, di una mozione urgente, sull’aggravarsi della situazione nel Porto Canale di Cagliari, gli esponenti sottolineano che il porto di un’area industriale strategica per la crescita della Sardegna non dovrebbe essere sottoposto a vincoli paesaggistici che ne pregiudicano l’operatività e lo sviluppo.

Infatti, si legge nella mozione, il 31 maggio 2019 su proposta del Prefetto, si è tenuta, a Cagliari, la conferenza dei servizi convocata dall’Autorità portuale del mare di Sardegna, alla presenza del Servizio della tutela del paesaggio della Regione, del CACIP e della Capitaneria di porto, dove tutti hanno espresso parere favorevole alla riedizione dell’autorizzazione paesaggistica del Porto canale e all’approvazione di una serie di opere di mitigazione e compensazione, la concessione dell’autorizzazione paesaggistica consentirebbe di svincolare i 94 milioni di euro a disposizione dell’Autorità portuale per la realizzazione delle infrastrutture; l’ampliamento produttivo del Porto canale di Cagliari; l’avvio della Zona franca e della Zona economica speciale; l’attivazione del progetto da 60 milioni di euro per costruire i denti per le naviroro (i traghetti con i portelloni per il carico di camion e auto); la spendita dei 34 milioni di euro destinati al distretto della cantieristica e per procedere con le opere di mitigazione e compensazione destinate alla spiaggia di Giorgino e a percorsi interni.

In sede di conferenza di servizi (31 maggio 2019), il Presidente dell’Autorità portuale ha adottato, con la firma del decreto di recepimento, la riedizione dei vincoli paesaggistici, il provvedimento sarebbe di fatto definitivo in quanto eventuali opposizioni dovevano pervenire, da parte del Ministero, entro dieci giorni dalla sua adozione, termine entro il quale non è arrivata nessuna comunicazione dal Ministero, il Presidente dell’Autorità Portuale avrebbe potuto adottare definitivamente il provvedimento liberando così l’intero comparto del Porto dalle problematiche, ma per non forzare i tempi e aggravare una situazione già abbastanza ingarbugliata si è preferito attendere.

Nella mozione si legge che nel 1981 la Soprintendenza ha concesso l’autorizzazione paesaggistica per il porto canale di Cagliari, la stessa Soprintendenza oggi non concede l’approvazione alla riedizione dei vincoli paesaggistici che di fatto bloccano qualsiasi possibilità di sviluppo del porto canale di Cagliari, la concessione suddetta è stata annullata dal Consiglio di Stato con sentenza n. 22 del 2000 per mancanza di adeguate motivazioni da parte dell’allora soprintendente, sentenza arrivata ad opere compiute, da precisare che il mancato via libera alla riedizione dell’autorizzazione paesaggistica potrebbe profilarsi come un abuso edilizio nella costruzione del Porto canale di Cagliari, oltre a pregiudicare la realizzazione della zona franca e della Zona economica speciale.

Vista la situazione, si legge ancora nella mozione, e il perdurare dell’incertezza sul futuro del Porto canale di Cagliari, anche a seguito dell’abbandono della CICT, principale terminal del traffico container, continuano le proteste dei lavoratori e dei sindacati, che in assenza dell’autorizzazione paesaggistica è impossibile attivare una programmazione che favorisca l’arrivo dì nuovi operatori e quindi salvaguardare i posti di lavoro.

La mozione, concludono gli esponenti del centro sinistra, è rivolta al neo governatore Solinas, – al quale chiedono – un immediato impegno per ribaltare la decisione presa dal MIBAC durante l’incontro tenutosi al Ministero Il 9 luglio 2019, incontro che sarebbe dovuto essere risolutivo dopo le precedenti riunioni nei tavoli ministeriali, invece il Ministero dei beni culturali si è opposto alla rimozione dei vincoli. All’incontro suddetto è sicuramente mancata una forte rappresentanza politica per la Sardegna, visto che il Governatore, assente, è stato rappresentato dal suo Capo di Gabinetto.


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