Polizia, giovane nigeriana salvata dal tunnel della prostituzione

Una storia a lieto fine, resa possibile grazie all’interessamento della Caritas Diocesana, in stretta sinergia con gli agenti della Squadra Mobile di Cagliari, coordinati dal dirigente Alfredo Fabbrocini: arrestato un nigeriano che sfruttava, picchiava e minacciava una giovane 24enne, costretta a lavorare in strada


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Una storia a lieto fine, che ha come cornice le vicissitudini tristi legate allo sfruttamento delle donne di colore, costrette a prostituirsi in strada e ancora, il rituale voodoo, false speranze e illusioni, minacce ai familiari, percosse, soprusi, infinite violenze. Un incubo, alla fine però, l’aguzzino-sfruttatore protagonista di una delle tante storie drammatiche dettate da miseria e povertà, è stato arrestato dagli uomini della Squadra Mobile, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini: questa mattina, in conferenza stampa in Questura, sono stati illustrati i dettagli dell’operazione, condotta in sinergia con l’Unità di Strada della Caritas Diocesana di Cagliari.

Le indagini hanno permesso di puntare la lente di ingrandimento su un nigeriano 28enne, Enoghayin Egaharevba, che è stato fermato e arrestato dalla Polizia di Stato, perchè ritenuto direttamente responsabile della vicenda legata al fenomeno delle prestazioni sessuali in strada. La vittima, una giovane nigeriana di 24 anni, ora è al sicuro, in una casa protetta dell’hinterland cagliaritano, dopo aver avuto il coraggio di raccontare la sua storia all’equipe dei volontari della Caritas, che due volte alla settimana presidiano le zone calde della prostituzione tra viale Monastir e Viale Elmas con lo scopo di aiutare le giovani donne a uscire da quel tunnel maledetto. La sua non è una storia isolata, tante giovani donne vengono ricattate, prese a botte, schiavizzate, sono ostaggio dei loro aguzzini nella tratta delle ragazze di colore, che ogni giorno, sino all’alba, lavorano sui marciapiedi delle zone periferiche della città.

LA STORIA. La vicenda di Florence (nome inventato, di fantasia), ha inizio nel mese di maggio quando la ragazza decide di iniziare il proprio viaggio della speranza, in Italia, per cercare lavoro, passando tra la Nigeria, la Libia, per poi giungere a Bergamo e successivamente in Sardegna, più precisamente a Cagliari. Da lì il suo calvario, tra botte, vessazioni, lo sfruttamento vero e proprio dettato dal suo conterraneo, che riduce in schiavitù la sua esistenza, costringendola a prostituirsi. La vittima però ha il coraggio di reagire, di dire basta e grazie all’interessamento della dottoressa Simona Murtas, dello sportello d’ascolto Caritas, trova finalmente uno spiraglio di luce: dopo appena due mesi, Florence si trova catapultata in un mondo opposto, fatto da persone che la aiutano, che la sottraggono da una situazione di miseria vera e propria. Negli uffici della Squadra Mobile intanto, le indagini sono immediate, ad ampio raggio e permettono di individuare e arrestare lo sfruttatore: in casa dell’uomo, ad Assemini, durante la perquisizione di rito, i poliziotti trovano tutto il materiale per l’attività di prostituzione, tra parrucche, preservativi, una sorta di agenda (dove erano segnate le cifre del miserabile “guadagno in strada” delle lucciole) e una banconota falsa da 100 euro. Su disposizione del pm Diana Lecca, Enoghayin Egaharevba, si trova ora rinchiuso nel carcere di Uta con le pesanti accuse di sfruttamento alla prostituzione, lesioni e minacce. Per la ragazza invece, inizia una nuova vita, con un sorriso sul volto dopo tante angherie subite.


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