Policlinico, nonnina colpita da ictus intrappolata al buio per un’ora e mezza nell’ascensore

La disavventura di Cristiana Manunza e della madre: “L’ascensore si è fermato ed è mancata la luce, abbiamo suonato l’allarme invano. Io ho iniziato a piangere e mia madre a urlare “aiuto, aiuto”. Ci ha liberato un volontario delle ambulanze. Ma nessuno dell’ospedale è intervenuto”


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Il buio, le lacrime, i pugni alle porte e le grida: “Aiuto, aiuto”. Cristiana Manunza e la madre, 74enne, convalescente dopo un ictus, sono rimaste intrappolate dentro l’ascensore, bloccato per un guasto, al Policlinico e liberate, dopo un’ora e mezza di panico, da un volontario del 118.

Nessuno del personale del Policlinico ci ha aiutato”, racconta la Manunza, “alla reception ci hanno detto che l’allarme da loro non si sente. Abbiamo poi fermato un medico per chiedere spiegazioni e ci ha detto che le questioni che riguardano l’ascensore non sono di loro competenza. E mi ha persino riso in faccia”.

L’episodio stamattina poco dopo le 12 al terzo piano dopo una visita al reparto Medicina d’urgenza.

“Mia madre era ricoverata da poco nella struttura e sapevo che gli ascensori erano guasti, ma purtroppo lei ha difficoltà a camminare così abbiamo preso l’ascensore, anche perché proprio in quel momento era appena uscita una persona”, racconta Cristina Manunza, “purtroppo però l’ascensore si è bloccato ed è rimasto sospeso tra il primo piano e il piano terra. Dopo un po’ è mancata la luce e abbiamo quindi suonato l’allarme. Ma invano. Meno male che avevamo le bottigliette d’acqua per bere e i cellulari per fare un po’ di luce. Ma non c’era campo e non potevamo contattare nessuno. Io ho iniziato a piangere e mia madre a chiedere aiuto sbattendo i pugni sulle porte. È durato un’ora e mezza, ma mi è sembrata un’eternità”.

È stato un volontario in  servizio sulle ambulanze a liberare le due donne richiamandole al terzo piano, da lì poi hanno preso le scale per abbandonare la struttura. “Alle reception ci hanno detto che l’allarme non si è sentito. Insomma il campanello è una presa in giro. Adesso tra 15 giorni dovrò tornare con mia madre come troverò gli ascensori? È assurdo che una struttura moderna come il Policlinico si trovi in queste condizioni”.

en.ne.