“Poetto con ombrelloni contati? Assurdo, non dobbiamo chiedere permesso per entrare nel nostro mondo”

Da bambino si divertiva nel casotto di famiglia e ora, a 73 anni, Carlo Cocco, ex ferroviere, spera di poter continuare a godersi sabbia e mare senza limiti: “Ci stanno mettendo in croce, devo chiedere il permesso al sindaco per venire al mare? Non esiste, basta il buon senso tra noi bagnanti”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA


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Quand’era bambino poteva disporre di un comodo casotto per andare al mare ogni volta che voleva. Poi, gli anni sono passati, la spiaggia cagliaritana del Poetto ha cambiato volto ma lui, ogni estate ha sempre timbrato il cartellino. Carlo Cocco, 73 anni, ex ferroviere, indossa la mascherina mentre lascia, insieme alla moglie, l’arenile: “I limiti? Una baggianata, per me. Stanno sbagliando tutto e ci stano mettendo in croce. Io non ho l’ombrellone, ma voglio capire se si sarà da piangere o da ridere. Quando mai un cagliaritano deve chiedere il permesso per entrare nel mondo che gli appartiene?”, chiede, polemico, Cocco. Certo, le regole anti Coronavirus ci sono e vanno rispettate, le ha promosse il Governo e i sindaci devono trovare il modo per farle rispettare. “Sì, ma non esiste il dover chiedere il permesso di venire al mare al sindaco o al presidente della Regione”, ribatte Cocco.

Sì, ma allora come fare per mantenere le distanze giuste tra i bagnanti? Il Comune pensa a varchi e steward, Carlo Cocco propone una ricetta, per così dire, più semplice: “Basta utilizzare il buon senso tra chi frequenta la spiaggia, così si va avanti”.


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