Pizzette e panini in crisi a Cagliari, addio al boom del cibo: fioccano le chiusure

Il boom del food? È in declino: tra ristoranti che chiudono e locali che durano appena qualche mese i cartelli “affittasi” prendono il posto di panini e pizzette, come succede in via Dante. Davide Marcello: “Prodotti tutti uguali, non abbiamo un milione di turisti al giorno. Basta con le nuove aperture alla Marina”. 


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I cartelli affittasi sono ormai “contornati” dalla polvere: chiamando i numeri di telefono scritti in grande col pennarello si scopre che “dieci anni fa guadagnavo 1600 euro al mese per cinquanta metri quadri, ora ne chiedo novecento e, negli ultimi quattro anni ci sono stati tre fallimenti”. A parlare è uno dei tanti proprietari dei locali sfitti in via Dante a Cagliari, nelle decine di metri davanti alle maxi vetrate della metropolitana leggera. Lì, negli ultimi quarantotto mesi, hanno chiuso, in sequenza, due paninerie e un altro locale “specializzato” nella vendita di cibo. Pochi metri più avanti, addio a un panifico e serranda abbassata anche nella vicina via Sonnino: dove prima c’era un ristorante, ora c’è solo il “buio” delle luci spente e la polvere. Il cibo non tira più a Cagliari: meglio, i cittadini continuano a mangiare ma senza andare ad affollare tutti i locali. E, se in via Dante la crisi del commercio è già realtà da tempo, qualche primo scricchiolio si avverte anche in quella Marina “tempio” della movida. Come mai? Semplicissimo: l’offerta aumenta, le persone no. In tanti continuano a buttarsi a capofitto sul food per fare business, ma poi, in alcune occasioni, arriva il crac del fallimento (o chiusura). Davide Marcello, dirigente del consorzio naturale Cagliari Centro Storico, non è per nulla sorpreso.

 

“Nella sola via Dante hanno chiuso almeno tre locali food, e su altre zone della città si riscontrano difficoltà. L’offerta ormai è in over, troppe proposte della stessa tipologia”. E a finire gambe all’aria sono soprattutto “i giovani, servono esperienza e capitali ma la difficoltà maggiore dipende dall’offerta esagerata. Alla Marina stiamo cercando” di bloccare “questa esagerazione di locali che vendono cibo”, spiega Marcello. “In certe zone, poi, l’affitto mensile per cinquanta metri quadri è di cinquecento euro, in altre più importanti si arriva sino a duemila”. Insomma, ecco spiegato perchè i conti, poi, non tornano e non rimane altro da fare che chiudere. “Se io, nuovo commerciante, vado a proporre food nel Corso o in piazza Yenne, è chiaro che soffro per la presenza di attività più datate. E poi Cagliari non ha mica un milione di turisti al giorno”.