Due furti nel giro di una settimana, probabilmente messi a segno dalle stesse persone. La tecnica utilizzata per fare razzia di soldi e attrezzature sportive dentro la sede principale dell’Asd Beta, società che sin dal 2002 segue centinaia di ragazzini pirresi, facendoli divertire tra basket, volley e “campi giochi”, è sempre la stessa. La notte tra l’1 e il due dicembre e durante l’ultimo weekend, infatti, è stata forzata la serratura del portone della struttura. Chi ha agito sembra essere andato a colpo sicuro: dopo aver portato via una piccola cassetta “con dentro circa 1400 euro”, è stato il turno delle maglie e dei pantaloncini “con i numeri e i nomi dei nostri ragazzini, valgono almeno mille euro”. I malviventi hanno rubato anche “una macchina da caffè e centinaia di cialde”. A denunciare la doppia razzia è il presidente dell’Asd, Fabrizio Piredda, 50 anni. L’uomo ha già informato i carabinieri, “dovrò incontrarli nuovamente nei prossimi giorni”. Possibilità di beccare i ladri? Poche, a dir la verità: “Non abbiamo telecamere di sorveglianza, è stato il parroco Roberto Atzori ad avvertirci dopo che aveva visto il portone aperto e forzato”, racconta Piredda. Sospetti? Nessuno: “Operiamo a Barracca Manna da tanti anni, abbiamo un ottimo rapporto con tutti i residenti. Sono tanti i ragazzini delle scuole del circondario che passano i pomeriggi insieme a noi”.
Gli investigatori sono già all’opera per cercare qualunque indizio utile a risalire ai ladri: “Ci sono solo alcune immagini tra le mani dei carabinieri,”, spiega il presidente dell’Asd Beta, “sono quelle delle telecamere della parrocchia, ma non è detto che abbiano ripreso i malviventi. Qui ospitiamo circa centocinquanta giovani e riusciamo a far lavorare una ventina di educatori. Siamo allo stremo, dopo questi furti dovrò trovare il modo per avere i soldi utili a pagare chi segue i piccoli. Lancio un appello ai ladri. Le magliette e i pantaloncini non si possono vendere perché hanno numeri e nomi dei ragazzini. Restituiteci soldi e attrezzature, potete lasciarli fuori dalla chiesa di San Giuseppe”.