L’avvicendamento Equitalia – Agenzia delle entrate nella riscossione dei debiti tributari è ormai alle porte e i dibattiti sulle conseguenze del passaggio di consegne si fanno sempre più accesi, specie a seguito di alcune riflessioni che disegnano il passaggio in maniera meno rosea di come era apparso in un primo momento.
Ad esempio, nonostante l’addio a Equitalia sia stato presentato come una bella notizia per i contribuenti, in realtà dal prossimo primo luglio il conto corrente di chi ha debiti fiscali o ha ricevuto una cartella esattoriale sarà pignorato più facilmente, grazie all’ausilio della banca dati dell’anagrafe tributaria messa a disposizione dell’Agenzia delle entrate, insieme alla banca dati Inps che permetterà di saltare uno dei passaggi che porta al pignoramento di stipendi, pensioni, etc. (leggi: “Conto Corrente: dal 1° luglio il Fisco pignora direttamente“).
Rispetto a tale conclusione, non è mancato il chiarimento di Equitalia, che ha precisato che la possibilità di pignorare il conto corrente dei debitori non è una novità di quest’anno, ma che già dal 2005 il nostro ordinamento si è dotato di norme che regolamentano le procedure di pignoramento diretto. Così già da dodici anni, come precisato dall’ente della riscossione “uscente”, l’intervento dell’Autorità giudiziaria nei pignoramenti di Equitalia è “eventuale laddove il terzo pignorato o il contribuente stesso abbiano elementi validi per contestare l’azione dell’Agente della riscossione”.
Fonte: Pignoramento diretto del conto corrente: Equitalia replica, facciamo chiarezza
(www.StudioCataldi.it)