Fa uno dei lavori più “massacranti” che esistono al mondo, Pietro Caredda. Ogni giorno la sveglia suona quando è ancora notte, e il divano o il letto della sua casa lo vede solamente quando cala la sera: “Sono un pescatore, dalle quattro del mattino alle diciotto lavoro”. Abita da qualche mese in uno degli alloggi popolari di piazza Falchi, il sessantunenne, e i disagi per i cumuli di rifiuti che abbondano anche sotto le sue finestre c’è tutto: “Qui tutti stiamo facendo la raccolta della spazzatura in modo regolare, dividendo i rifiuti nei mastelli, perché dobbiamo pagare le conseguenze chi, o per divertimento o addirittura per sfregio, viene da altri rioni a gettare tanti sacchi pieni di immondezza?”, chiede, polemicamente, Caredda.
“È tutto un macello, non si può andare avanti così. Servono più controlli, anche con le telecamere. In strada ci sono anche le nostre automobili parcheggiate, questi vandali potrebbero pure ‘divertirsi’ danneggiandole”, afferma, con non poca preoccupazione, il pescatore.