Le tessere del puzzle ormai ci sono quasi tutte. Con l’insediamento della Giunta Todde e l’elezione a presidente del Consiglio regionale del segretario sardo del Pd, Piero Comandini, Massimo Zedda ha la strada spianata verso la candidatura unitaria del centrosinistra a sindaco di Cagliari. A due mesi esatti dal voto lo fa capire, fresco di votazione, lo stesso Comandini: “Lasciamo poca suspance su Zedda, domani ci sarà la riunione prevista del tavolo cittadino e provinciale e sarà fatto il nome. E anche noi dovremo correre”, politicamente parlando, “per trovare la figura migliore anche a Monserrato, Sinnai e Alghero”. Ma nessuna obiezione su un possibile “Zedda ter”. Allo stato attuale, quindi, l’ex primo cittadino se la deve vedere con Alessandra Zedda, sostenuta da tutto il centrodestra tranne il Psd’Az, e Giuseppe Farris, a capo di una lista totalmente civica. Le prossime settimane, politicamente parlando, saranno di fuoco per tutti e tre i candidati sindaco. Mentre potrebbe uscire, nei prossimi giorni, un quarto nome, fatto da alcune associazioni dei quartieri storici. Ma i tempi, allo stato attuale, sembrano essere già abbastanza stretti.
Per il resto, Comandini ha promesso un cambio di passo in Regione: “Porteremo le istituzioni fuori dai palazzi per ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini, troppo spesso la cattiva politica li fa allontanare. Spiegheremo cosa faremo e miglioreremo la trasparenza”. Sugli assessori regionali, soprattutto sulla scelta del nome del titolare della Sanità, l’oncologo romano Armando Bartolazzi, molto gradito ai 5 Stelle e Conte, Comandi è netto: “Viene qui per portare anche l’esperienza che ha avuto come sottosegretario e sarà utile al sistema sanitario regionale. Non faremo nessuna controriforma della sanità ma risolveremo i casi dei tempi lunghi per gli accessi ai pronto soccorso, per mettere meglio a disposizione i medici e per investire sulla telemedicina, garantendo una sanità più efficiente per tutti i sardi. Siamo contrari a costruire nuovi ospedali in Sardegna, bisogna razionalizzare medici e strumenti in quelli già esistenti”.