Piazza Yenne, “gavettone” di una signora esasperata dal rumore: “Sindaco Truzzu, qui non si può vivere”

Una donna è stata identificata e denunciata dalla Polizia per un getto d’acqua dalla sua finestra sui tavolini di un locale: esasperata dalla movida. Lettera aperta al sindaco del Comitato “Rumore, no grazie”: ” Immagini che cosa può provare il cittadino che chiede l’intervento delle forze dell’ordine per il locale che gli avvelena la vita e lo priva del sonno quando si sente dire, come sola risposta, che lo stesso locale ha regolare licenza per chiudere ben oltre la mezzanotte…”


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Lettera aperta al sindaco Truzzu sul rumore notturno che rende invivibile il Centro storico e spinge i cittadini a reazioni esasperate.

Egregio Signor Sindaco,

nel corso dell’incontro che Lei ebbe col Comitato Rumore no Grazie nel periodo della campagna elettorale, di fronte alla rappresentazione delle difficoltà quotidiane dei residenti del Centro storico derivate da insostenibile rumore notturno, Lei precisò che bisognava garantire la “vivibilità” per tutti i cittadini. L’episodio di queste ore, che ha visto una signora reagire ricorrendo al getto d’acqua per “legittima difesa”, come ha già sentenziato un giudice per un caso simile, si è verificato in piazza Yenne proprio nel punto in cui il Comune ha accertato nel marzo del 2017 (con un freddo da inverno e non un caldo bollente come in questi giorni) un valore di rumore di 70 decibel laddove il massimo consentito è di 45 decibel in fascia oraria notturna.

Quindi questo significa che la signora ha reagito ad un livello di rumore di ben 170 volte superiore a quello massimo consentito! Ma dove sono le Istituzioni e le Forze dell’ordine che dovrebbero difendere le vittime dei reati! Ricordiamo che superare i livelli di rumore massimo ammesso costituisce reato per la dottrina e la giurisprudenza. Ebbene se la mancanza di “vivibilità” nel Centro storico si è così accentuata da diventare fatto di cronaca occasionale, noi sappiamo però che l’ esasperazione delle persone che la notte non riescono a chiudere occhio è molto diffusa e, per ovvie ragioni, intuiamo che si potrebbe andare oltre il getto d’acqua. Immagini che cosa può provare il cittadino che chiede l’intervento delle forze dell’ordine per il locale che gli avvelena la vita e lo priva del sonno quando si sente dire, come sola risposta, che lo stesso locale ha regolare licenza per chiudere ben oltre la mezzanotte… Perché questo è quello che succede regolarmente quando si chiede l’intervento di coloro che dovrebbero applicare i sani principi costituzionali sulla tutela della salute… Immagini perciò come può montare la rabbia di coloro che i locali sottocasa li hanno a decine e decine, come in Stampace e in Marina…

Eppure gli strumenti normativi per riportare tranquillità acustica nel Centro storico ci sono. E così pure è ora che, per garantire il rispetto dei decibel previsti dal Piano di Zonizzazione Acustica, si mettano in campo i Vigili col fonometro che prendano immediati provvedimenti contro le fonti di rumore fuorilegge. Ora che Lei è il Sindaco della città di Cagliari, dobbiamo dirLe che è giunto il momento di usare tutti gli strumenti di legge, a partire dal Piano Acustico Comunale, per mettere in campo tutte le iniziative buone a ridurre il fenomeno del chiasso notturno e levare ai residenti la tentazione di farsi giustizia da sé. E’ anche ora di porre fine alle concessioni illegittime del suolo pubblico. Perché quasi tutte le concessioni sono accordate in violazione di “Legge” e del Piano Acustico Comunale. Finora abbiamo vissuto di molte belle promesse. Ora vorremmo davvero poterci rigenerare dormendo secondo quanto la Scienza prevede, con lo scopo anche di essere cittadini utili alla comunità.

Il Presidente del Comitato “Rumore no Grazie” Enrico Marras


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