Di Paolo Rapeanu
Cronistoria di piazza Giovanni: luogo di spaccio alla luce del sole fino alla prima metà degli anni ’90, poi varie operazioni di restyling ne modificano il volto – e soprattutto il suolo -, fino ad arrivare agli ultimissimi anni: una passeggiata coperta off limits, una fontana dalla quale non zampilla acqua ma, soprattutto di pomeriggio, si può assistere alle evoluzioni di skater amatoriali, e scritte con lo spray un po’ ovunque. Completano il quadro di degrado transenne, piazzate sopra buche che ormai fanno parte dell’arredamento e su pozzetti fognari che saltano – quasi – ogni due per tre.
Risultato: a parte la domenica – tra le messe nella chiesa di San Paolo e il mercatino equo solidale all’esterno – i cagliaritani hanno smesso di frequentare piazza Giovanni. Se non proprio tutti, molti. Le panchine rimangono senza ospiti per quasi tutta la giornata, a parte qualche “irriducibile” con i capelli bianchi. E, quando scende la sera, l’illuminazione è da terzo mondo: fioca, molti lampioni ko, i vandali hanno gioco facile. E i cittadini hanno già abbandonato in massa piazza Giovanni: a dieci metri dieci c’è il Parco della Musica: metà area e quasi tutta cemento, ma l’altra metà è “green” e ben curata. E, siccome sedersi su una panchina piuttosto che su un’altra è gratis, i cittadini scelgono – giustamente – il bello.