Ha lavorato per anni, per conto i un’azienda esterna, per gli impianti di San Gavino della Portovesme srl, William Loi, 50enne di Soleminis. Da aprile, con gli impianti chiusi, è a casa e da quel giorno attende la cassa integrazione: “920 euro al mese per me fondamentali. Sono sposato, ho un mutuo della casa, bollette e spese varie da sostenere. Sono quasi sei mesi che mi rimpallano tra azienda e Inps con mezze notizie, ma niente di concreto”, racconta. Loi, nel frattempo, si è anche rivolto ad un avvocato, ma la situazione non è cambiata: “E i sindacati sono assenti, sanno della situazione ma non fanno nulla. Mi chiedo come sia possibile che una forma di sussidio come la cassaintegrazione che serve ad aiutare i lavoratori ritardi i pagamenti sino a sei mesi non sia ancora arrivata. Ma un normale cristiano come può sopravvivere nel frattempo? Con pagamenti di mutuo spesa e bollette varie?”.
Loi giura di aver fatto tutte le procedure corrette: “Ma è la mia azienda che deve inoltrare la richiesta all’Inps, in un mese avrebbe già dovuto fare tutto. Ormai, il prossimo passo che intendo fare è quello di incatenarmi ai cancelli dell’Inps”: