Panico a Torino, il racconto di Gianluca:”Ho visto la morte in faccia”

C’era anche Gianluca Cau, cuoco di Torre degli Ulivi quella terribile notte: “Pensavo solo a tenermi in piedi, sapevo che se fossi caduto sarei stato travolto dall’onda umana. C’era vetro e sangue dappertutto”


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“Ho visto la morte in faccia”. Con un filo di voce Gianluca Cau, 56 anni, racconta la terribile esperienza vissuta in piazza San Carlo a Torino sabato sera durante la finale di Champions League Juventus Real Madrid. Le  poche parole che riesce a tirare fuori sono un macigno per il cuoco di Torre degli Ulivi. C’era anche lui, in quella che sarebbe dovuta essere una serata di festa e che invece si è tramutata in terrore. Non si sa perché. Ancora non si cosa abbia fatto scatenare la folla impazzita.

“So solo che mi trovavo in mezzo alla piazza, proprio accanto al monumento equestre quando ho visto un’onda umana di fronte a me che stava per travolgermi” racconta-. Ho cercato con tutte le mie forze di tenermi in piedi. Sapevo che se fossi caduto sarei morto. Non so come ho fatto.  Mi spingevano, spingevano e io spingevo. In quei momenti pensi solo a salvarti. Mi sono ritrovato attaccato a una parete, non respiravo più”.

Sono i momenti lunghi e  terribili passati da Gianluca Uda, insieme ai trentamila presenti ad assistere a quella partita così tanto aspettata. Che doveva essere una festa. “Per terra, c’era vetro dappertutto. E sangue, tanto sangue. Urla. Mogli che cercavano mariti e viceversa. Figli disperati. Ti senti inerme, in preda al panico non riesci a respirare. In quei momenti la paura ti assale. Fortunatamente me la sono cavata con qualche taglio e abrasione. A me è andata bene” dice.

Una tragedia che si poteva evitare? Con forza risponde “Sì, pessima organizzazione. Non c’erano vie di fuga, un evento del genere in una piazza chiusa. Poi è entrato di tutto: dai petardi ai fumogeni al vetro. C’erano abusivi che vendevano alcolici nelle bottiglie di vetro. La mia fortuna è che non sono caduto, ma credetemi ho visto la morte in faccia. Ed è terribile.”