Palestre in crisi nera a Cagliari: “Il prestito di Conte è insufficiente, meglio stipendi straordinari”

Pesi e tapis roulant fermi da settimane e, vista l’emergenza Coronavirus, chissà tra quanto riapriranno. Gianfranco Dotta dell’Athlon: “Siamo custodi della salute delle persone, abbiamo tante spese: la nostra categoria non può essere sostenuta con dei prestiti”. Siete d’accordo?


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Sono state tra le prime strutture a chiudere e saranno tra le ultime a riaprire. Le palestre, in tutta Italia e, ovviamente, anche a Cagliari, sono sbarrate da settimane. Con l’emergenza Coronavirus non potrebbe essere altrimenti: la serrata è scattata per quasi tutti il dieci marzo ed è improbabile che, anche nella “Fase 2” prevista dal Governo, le strutture sportive possano riaprire. Tanto meno le palestre, luoghi frequentati da centinaia di persone. Anche per chi lavora tra pesi e tapis roulant ci sono i bonus e il prestito previsto dallo Stato: seicento euro “una tantum” e la possibilità di richiedere soldi che, poi, andranno comunque resi. Uno scenario che non soddisfa Gianfranco Dotta, famosissimo sportivo cagliaritano e “re” della palestra Athlon: “Siamo fermi dal nove marzo scorso, ci sono difficoltà anche per rimandare il pagamento degli F24 perchè i termini sono scaduti. A marzo abbiamo pagato tutti i nostri trenta dipendenti, tra loro ci sono molti padri e madri che non possono restare assolutamente a terra. Adesso partiremo con la cassa integrazione”, spiega Dotta. “Non sappiamo quando sarà debellato il virus, è ovvio che dovremo restare chiusi ancora per molto e, in futuro, dovremo adottare tutta una serie di precauzioni per evitare possibili contagi”.

E, dal punto di vista degli aiuti economici, il 71enne è netto: “Il prestito previsto dal Governo, come idea, è insufficiente, non si sa nemmeno come sarà concretizzato: noi abbiamo tantissime spese, dall’affitto alle bollette, dall’acquisto e dal rinnovo delle attrezzature sino ai fornitori. È molto meglio che lo Stato preveda altri contributi per le associazioni sportive e per noi, che siamo custodi della salute, degli stipendi straordinari per tutto il tempo in cui resteremo fermi”.


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