Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
No alla vendita all’asta del Palazzo Accardo, la storica struttura all’angolo tra il Largo Carlo Felice e via Crispi, a Cagliari. Lo dice a gran voce il consigliere di centrodestra, Antonello Floris che in un’interrogazione urgente pone alcuni quesiti al sindaco Zedda e all’assessore competente. “Quali sono le valutazioni strategico-economiche che la Giunta ha fatto per giungere alla decisione di vendere l’immobile? – si legge ne documento firmato anche dal collega di partito, Pierluigi Mannino – Si è tenuto conto del suo valore culturale, storico e artistico?”. E ancora si chiede “se non sia il caso di rivalutarne la destinazione d’uso e rivalorizzarlo”.
L’interrogazione è all’ordine del giorno della riunione di Consiglio di domani, stesso giorno in cui in Aula verrà discusso l’intero Piano di alienazioni e valorizzazioni immobiliari modificato e proposto dalla Giunta. Tre i nuovi immobili aggiunti ai 21 già presenti nell’elenco, per un totale di oltre 7 milioni di euro che l’amministrazione prevede di ricavare dalla vendita di immobili, negozi e aree comunali. Tra questi il Palazzo Accardo, valutato per 2,7 milioni. Una struttura progettata dall’ingegnere Dionigi Scano tra 1899 e il 1901, a due passi da Palazzo Bacaredda, e che la relazione storico-artistica del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, Mibact, definisce “un interessante esempio di palazzo borghese della fine dell’800, fulcro insieme al limitrofo palazzo comunale del nuovo centro direzionale otto-novecentesco della città di Cagliari e, in quanto tale, risulta più che meritevole del riconoscimento dell’interesse culturale”. E con decreto 89 del 2 luglio 2014 è stato dichiarato “di interesse culturale storico artistico”. Da qui la richiesta di chiarimenti dei consiglieri Mannino e Floris. “Il Palazzo ha un valore storico-artistico unico e inestimabile per la città – spiegano – quindi non può e non deve essere considerato un ‘bene dismissibile’”.