Orrore a Santadi: “Hanno rapito il mio gatto e gli hanno bruciato la coda”

Il micio è ritornato dalla sua padrona Anna Lisa Trogu dopo sette giorni: “L’hanno attirato con del cibo e poi, in modo sadico, gli hanno bruciato tutta la coda, saranno stati sicuramente dei ragazzini. Il mio gatto sta molto male e la mia bimba di nove anni si è messa a piangere per lo choc”


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È scomparso all’improvviso dal giardino di casa giovedì scorso. Per una settimana esatta la sua padrona, Anna Lisa Trogu, 48enne residente a Santadi in via Giardini, l’ha cercato ovunque, tra campi, viuzze e campagne. Poi, il suo gatto, Micio, è tornato. Non certo in buone condizioni: “Non riesce a camminare per il dolore, qualcuno si è divertito a bruciargli tutta la coda, sino al sederino. Sono sicura che l’hanno rapito, magari riuscendo a farlo uscire dal giardino della mia abitazione con l’esca del cibo. Il mio gatto, in un anno e mezzo, non si era mai allontanato ed è molto diffidente verso chi non conosce”, afferma la Trogu, che nelle prossime ore andrà “a sporgere denuncia, purtroppo contro ignoti, ai carabinieri del paese. Prima devo portare la mia palla di pelo dalla veterinaria, solo quando avrò tra le mani il foglio medico potrò recarmi in caserma”, spiega. C’è voluto tutto l’amore e la pazienza che solo chi possiede un gatto può avere, per soccorrere in modo efficace Micio: “L’ho dovuto sedare con delle gocce, era molto dolorante. La mia bimba di nove anni, appena l’ha visto tornare in quelle condizioni, si è messa a piangere per lo choc”.

 

“È impossibile che il mio gatto sia mancato, per sua volontà, un’intera settimana. È rimasto vittima di un gioco sadico, forse fatto da qualche ragazzino, bisogna avere una grande dose di cattiveria per carbonizzargli tutta la coda”, afferma, sicura, la quarantottenne. “Ripeterò tutte queste mie convinzioni ai carabinieri, la mia denuncia sarà strutturata in maniera chiarissima. Chi ha fatto del male al mio gatto giocherellone deve avere un volto e un nome. Ho paura, anche perchè ho altri animali in casa, non vorrei che anche a loro toccasse lo stesso folle destino”.


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