Oristano, splendido esemplare di Caretta Caretta in difficoltà incastrato nelle reti di un pescatore: salvato

Il pescatore professionista accortosi dell’esemplare di ben 60 chili tra le sue reti ha avvisato subito i biologi del CReS


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Una tartaruga in difficoltà nelle acque del Golfo di Oristano, è stata catturata accidentalmente da un pescatore professionista di Cabras.  Ieri mattina Alessandro Piscedda, che in passato aveva già rinvenuto diversi esemplari di tartaruga marina nelle proprie reti, ha avvisato immediatamente i biologi del CReS (Centro Recupero del Sinis) e portato a bordo della propria imbarcazione il grosso esemplare- Coordinatisi con il pescatore, i biologi hanno atteso il suo rientro in porto a Torregrande per l’affidamento della tartaruga, un esemplare adulto di sesso femminile. Prima è stata trasportata alla clinica veterinaria  Due mari di Oristano in cui sono state registrate le misure biometriche, il peso 59,7 chili, eseguiti i controlli di routine che non hanno mostrato la presenza di corpi estranei pericolosi come ami da pesca nel tratto digerente. La Tac ha evidenziato però una anomalia nei polmoni, probabilmente dovuta ad un principio di annegamento dell’animale dopo esser rimasto intrappolato nelle reti a circa 12 metri di profondità nel tentativo di tornare in superficie a respirare.

Attualmente la Caretta si trova in una vasca al CReS sotto stretta osservazione di biologi e veterinari in cui sarà alimentata e costantemente monitorato il suo comportamento in immersione, l’assetto e l’eventuale espulsione di plastica.  Questa è la prima segnalazione dell’anno relativa al recupero di una Caretta caretta da parte del CReS che opera in gran parte delle coste Sarde in stretta collaborazione con gli altri nodi della Rete Regionale della Sardegna.

“Accade spesso che pescatori o diportisti trovino degli esemplari di tartarughe marine in galleggiamento o intrappolati in strumenti da pesca e le rilascino immediatamente in autonomia perchè apparentemente in buone condizioni di salute essendo prive di danni o lesioni esteriori – spiegano i biologi del CReS. Può accadere che senza una adeguata visita veterinaria specialistica non emergano problemi agli organi interni, come in questo caso, e che l’animale rilasciato venga nuovamente recuperato in gravi condizioni o trovato spiaggiato già deceduto poco tempo dopo. In passato gran parte dei pescatori non portava a bordo della propria imbarcazione le tartarughe catturate negli strumenti da pesca per paura che i corpi di Vigilanza (CFVA e CP) in caso di un controllo a mare li accusasse di trasporto e detenzione illegale di una specie protetta. Grazie al dialogo e ai numerosi incontri con l’Assessorato all’Ambiente della RAS e con i Corpi di Vigilanza della Sardegna il problema è stato superato, infatti è sufficiente che il pescatore contatti telefonicamente gli stessi Organi o il Centro di Recupero a cui deve consegnare l’animale per non incorrere in problemi legali.

“Quello di oggi – proseguono – è stato un gesto fondamentale che ha fornito un importante contributo alla conservazione di Caretta caretta in Mediterraneo, specie protetta e ormai in via d’estinzione a causa delle innumerevoli minacce di natura antropica, dalla pesca all’inquinamento marino. Proprio quest’ultimo aspetto è di attuale e rilevante importanza e la Sardegna assume un ruolo chiave nello studio dell’ingestione di plastica nelle tartarughe marine a livello comunitario, in particolare nell’ambito di INDICT 2, progetto Internazionale a supporto della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina in cui il CNR di Oristano, con il CReS, è coinvolto assieme ad altri enti di ricerca europei in Mediterraneo e in Atlantico”.

L’esemplare salvato sarà mantenuto in vasca di degenza per almeno un mese in cui sarà monitorata attentamente l’eventuale espulsione di plastica per poi iniziare la fase di “preliberazione” con gli ultimi controlli comportamentali prima di essere rilasciato in natura.


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