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Si chiamava Chiara Carta e aveva tutta la vita davanti. Sino a ieri quando, in pochi minuti, sogni e progetti sono andati in frantumi. Troppo il dolore e lo sgomento riguardo a questa vicenda che, solo i protagonisti, al momento, conoscono e sulla quale è giusta una analisi profonda da parte delle autorità competenti ma rispettosa e silenziosa da chi può assistere solo dall’esterno. Le motivazioni di un gesto così estremo, compiuto dalla persona che più di ogni altra l’avrebbe dovuta amare e proteggere, appartengono a una logica irrazionale, senza spiegazioni poiché a tutto, nella vita, c’è sempre un rimedio tranne che alla morte. In casi di difficoltà non bisogna aver paura di chiedere aiuto, anzi: bisogna urlare sino a quando non si trova chi può ascoltare e aiutare. Questa è l’unica riflessione che, in casi del genere, può essere eventualmente espressa affinché chi si dovesse trovare in uno stato di forte depressione o disagio trovi il coraggio di chiedere ausilio e farsi seguire affinché il dramma possa essere superato e non si arrivi a un triste epilogo come è accaduto in questo caso.
Oggi si piange per la vita spezzata della piccola Chiara e sono tanti i messaggi di vicinanza alla famiglia che, con il cuore in mano, cercano di dare un po’ di conforto al suo papà.