Operazione antibracconaggio a Burcei e Capoterra, due arresti e una denuncia: spuntano anche reperti archeologici

E’ di 2 arresti e 1 denuncia a piede libero, il bilancio di una operazione antibracconaggio portata a termine dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale nell’oasi di protezione Faunistica del massiccio dei Sette Fratelli e nel Parco Regionale di Gutturu Mannu. Fra il materiale sequestrato anche beni archeologici


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E’ di 2 arresti  e 1 denuncia a piede libero, il bilancio di una operazione antibracconaggio portata a termine dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale  nell’oasi di protezione Faunistica del massiccio dei Sette Fratelli e nel Parco Regionale di Gutturu Mannu. Fra il materiale sequestrato anche beni archeologici.

Dopo una lunga attività di appostamento, nella notte tra il 23 ed il 24 marzo nell’oasi di Protezione Faunistica dei Sette fratelli,  gli uomini della stazione Forestale di Campuomu hanno sorpreso in flagranza di reato due persone appostate con un’arma in prossimità di un cumulo di mandorle (cosiddetta“pappadroxia”). 

Dopo un breve tentativo di fuga i due sono stati bloccati. A seguito del controllo l’arma, un fucile calibro 12,   è risultata con matricola abrasa. Sono quindi scattati gli arresti  per detenzione di arma clandestina  per  I.M., 53 anni, e L.M., 40 anni, entrambi di Burcei e pregiudicati per reati di uccellagione e bracconaggio.

Nel corso della perquisizione è stata rinvenuta una carabina, anch’essa sottoposta a sequestro. L’arresto, su richiesta del Pubblico Ministero Maria Virginia Boi,  è stato convalidato dal GIP del Tribunale di Cagliari . Attualmente gli indagati si trovano agli arresti domiciliari. La pena per il reato di detenzione di arma clandestina è sino a sei anni di reclusione.

 

Nel Parco Regionale di Gutturu  Mannu il personale della stazione Forestale di Capoterra  ha sorpreso una persona in flagranza di reato di uccellagione.  Trattasi di B.G., 55 anni, pregiudicato per reati specifici, di Capoterra. Nel corso della perquisizione, oltre agli animali catturati illegalmente (75 uccelli e diverse porzioni di cinghiale), sono stati rinvenuti anche due reperti archeologici  costituiti da due vasi. Gli oggetti sono stati consegnati alla Soprintendenza Archeologica per determinarne l’autenticità e la datazione. All’uomo,  che dovrà rispondere per il reato di uccellagione (pena sino a un anno di reclusione), potrebbe quindi essere contestato  anche il reato di impossessamento  di reperti archeologici, punito con una pena sino a 3 anni di reclusione.

 


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