Nuovo centro commerciale a Pirri: “Attaccato alla Città Mercato con 100 lavoratori a rischio licenziamento, assurdo”

Un nuovo supermercato dove c’è il mobilificio Mobil Clam, la richiesta fatta al Comune fa imbufalire i sindacati: “Pazzesco, ci sarebbero due strutture praticamente attaccate. Non è che i clienti finiranno per confondersi con i carrelli?”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Un centro commerciale, l’ennesimo, a Cagliari. Meglio, a Pirri, in via Dolianova. La richiesta ufficiale da parte della Mobil Clam srl c’è, e il Comune dovrà dire sì o no in seguito ad una conferenza di servizi. Ciò che è certo, al momento, è la volontà da parte del privato di abbattere e ricostruire il mobilificio di via Dolianova per realizzare una “media struttura di vendita di tipo misto alimentare e non alimentare”. Il progetto è ancora top secret e, dalla società incaricata dal privato per “disegnare” il progetto, lo “Studio HZ”, al momento spiegano solo che “più che di centro commerciale è giusto parlare di supermercato, viste le dimensioni”. Niente di più. Tuttavia, salta subito all’occhio la vicinanza tra l’attuale Auchan e l’area nella quale potrebbe sorgere la nuova struttura di vendita. L’ipotesi di altre corsie attraversate da centinaia di carrelli fa storcere decisamente il naso ai sindacati. In prima linea c’è la UilTucs con il suo segretario regionale Cristiano Ardau: la notizia data ieri in esclusiva da Casteddu Online l’ha lasciato di sasso: “I sardi sono sempre più poveri e si pensa ad aprire nuovi centri commerciali, tutto nel nome di uno sfrenato consumismo. La nuova struttura sarebbe accanto all’Auchan, proprio quel centro commerciale dove cento lavoratori rischiano di essere licenziati per via del cambio marchio con Conad”.

 

“Serve distribuire meglio la ricchezza tra tutti”, tuona Ardau, “non siamo contrari a prescindere a nuovi supermercati o centri commerciali, ma il rischio è che, poi, si scateni anche una nuova guerra tra i proprietari di queste strutture per cercare di accaparrarsi i sempre meno clienti che possono permettersi di fare spese frequenti. Anzi”, ironizza il sindacalista, “non vorrei che, con un centro commerciale attaccato a un altro centro commerciale, chi va a fare la spesa arrivi a confondersi con i carrelli”.