Continua la lotta contro il rumore notturno alla Marina e Stampace, a Cagliari. Ora il gruppo di residenti, che da mesi ha intrapreso una guerra legale contro Comune e locali del centro storico, si appella al Prefetto per far rispettare la sentenza del Tar del 28 gennaio scorso e annullare l’ordinanza sindacale che impone nuove regole nella movida cagliaritana, definita “nulla e inapplicabile” dal comitato di abitanti “Rumore no grazie”.
Le accuse al Comune. “Sono trascorsi otto mesi nell’inerzia e nell’indifferenza ai richiami della Regione – scrivono i residenti – Otto mesi sarebbero stati sufficienti per redigere il ‘Piano di Risanamento’, di cui non c’è ancora nessuna traccia. Il Tar nella sua severa e lucida sentenza dopo aver ammonito il sindaco per la sua assoluta inerzia di fronte a fatti preoccupanti e dolorosi di cui era a perfetta conoscenza e per la violazione degli obblighi di intervento risolutivo a cui era tenuto a norma della legislazione sanitaria in materia di inquinamento acustico, ha intimato al Comune e al suo sindaco di rimuovere entro novanta giorni (e quindi entro il 28 aprile) le cause dell’inquinamento acustico, stanti le ‘eccezionali ed urgenti necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente’. Sino ad oggi il sindaco non ha assunto alcun provvedimento attuativo della sentenza, in merito. Per cui è legittimo ritenere che ci troviamo di fronte a una situazione di inottemperanza a una sentenza di un Tribunale della Repubblica e per di più ad opera di un’altra Istituzione, il Comune”.
L’ordinanza. “Non solo rifugge dagli obblighi derivanti dai provvedimenti della Regione e del Tar – sottolinea il presidente del comitato, Enrico Marras – ma è persino nulla, inapplicabile, assurda e sconclusionata e va immediatamente ritirata. Non incide minimamente sulle cause dell’inquinamento acustico che anzi quest’anno si annuncia ancora più virulento perché il Comune ha autorizzato irresponsabilmente l’apertura di nuovi pubblici esercizi. Il Comune, inoltre, ha ampliato i termini temporali di diffusione musicale comprendendovi il mese di luglio, escluso lo scorso anno” .
L’appello dei residenti al Prefetto. “Agire con tempestività ed urgenza nell’ambito dei poteri di cui dispone, a protezione dei cittadini di Marina, Stampace e Castello gravemente minacciati nella loro integrità fisica e morale e a protezione di quel bene primario che è l’ambiente in cui i cittadini vivono. Favorendo il perseguimento delle finalità del piano comunale contro l’inquinamento acustico. Piano che da 21 anni attende invano di vedere applicati i limiti di rumore massimi ammessi”.