Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
Non sono colpevoli dei morti per Covid nella prima fase della pandemia. Il tribunale dei ministri di Brescia ha archiviato l’inchiesta sull’ex premier Conte e l’ex ministro della Salute Speranza per l’inchiesta della Procura di Bergamo sulla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana fra febbraio e marzo 2020 e la non attuazione del piano pandemico contro il Covid. Erano accusati di omicidio ed epidemia colposo e rifiuti d’atti d’ufficio.
La decisione del collegio presieduto dalla giudice Mariarosa Pipponzi è arrivata dopo l’udienza a porte chiuse dello scorso 10 maggio in cui i difensori di Conte – avvocato Caterina Malavenda – e di Speranza – professor Guido Calvi e avvocato Danilo Leva – aveva esposto le motivazioni contrarie alle imputazioni.
“Il professor Crisanti ha compiuto uno studio teorico ma non è stato in grado di rispondere circa il nesso di causa tra la mancata attivazione della zona rossa e la morte di persone determinate. La contestazione dell’omicidio colposo in relazione alla morte delle persone indicate si basa quindi su una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro”, scrive il Tribunale dei Ministri. “È noto, infatti – proseguono i giudici – che la possibilità di contrarre il virus tramite contatti con persone infette non è mai stata esclusa neppure all’interno delle zone rosse”.
“La procura di Brescia ha appena archiviato il procedimento a carico mio e di Giuseppe Conte relativo alla gestione della pandemia. Sono molto sollevato da questa decisione. L’Italia, pur tra mille difficoltà e colpita per prima in Occidente, ha dimostrato durante l’emergenza Covid di essere un grande Paese. Personalmente ho fatto davvero tutto il possibile in quei giorni terribili per difendere la salute degli italiani”. Così, su Instagram, l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, commenta la decisione del tribunale dei ministri di Brescia.