“Noi, sardi tartassati da Abbanoa: costretti a pagare vecchi conguagli in piena emergenza Coronavirus”

Le bollette spedite negli ultimi giorni a Cagliari e provincia? In alcuni casi erano “irrobustite” con richieste di conguagli, ma molti non ci stanno: “Pretendono soldi legati a consumi anche di 15 anni fa e minacciano di toglierci l’acqua, proprio a Pasqua e in un periodo di crisi”


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La sorpresa, quando hanno aperto la busta, è durata pochi secondi, poi ha prevalso la rabbia. Abbanoa, negli ultimi giorni, ha inviato le bollette con, in vari casi, anche il pagamento dei mesi durante i quali i cagliaritani non hanno ricevuto nessuna comunicazione per via del “caos” tra la società idrica e quella, privata, addetta alle consegne delle lettere. In altri casi, però, oltre all’ultima fattura è arrivata anche la richiesta di conguagli e pagamenti vecchi di anni. E monta la protesta. La domanda che molti cagliaritani e sardi si fanno è, principalmente, una: ma come, proprio a ridosso della Pasqua e in piena emergenza Coronavirus ci viene chiesto di regolarizzare pagamenti del passato e dei quali manco ci ricordiamo? A onor del vero, nelle missive spedite da Abbanoa è scritto che lo slaccio dell’acqua, in caso di mancato pagamento, può avvenire “salvo proroga del periodo che valuteremo in ragione del permanere della emergenza sanitaria”. Ma il timore di più di un cittadino è quello di dover mettere mano al portafoglio e scucire soldi per delle richieste di conguaglio che, a detta loro, sarebbero arrivate all’improvviso.

“Ho ricevuto una richiesta di pagamento di 44,17 euro legata a dei consumi effettuati nel 2004”, afferma Francesco Pintus, pensionato 70enne di Cagliari. “Ma le bollette non vanno in prescrizione dopo cinque anni e, dal 2020, appena dopo due? Abbanoa pretende che io esibisca la documentazione che attesta quel pagamento, ma chi è che si conserva un documento simile per sedici anni? Sto meditando di rivolgermi ad un avvocato”. Altra storia. Fabrizio Carta, 60 anni, vive a Selargius: “Abbanoa mi ha spedito due bollettini di pagamento per un totale di cinquanta euro, legati a consumi del 2012 su conguagli pregressi 2005-2011. All’epoca, però, non avevo nemmeno un mio contatore, visto che abito in un mini condominio con otto persone e c’era un unico contatore generale. Sono allibito, perchè vengono a chiedermi soldi proprio a ridosso della Pasqua e in questo periodo di emergenza Coronavirus?”. C’è poi Lucia Pitzianti, 59enne cagliaritana: “Mia madre ha ricevuto delle richieste di pagamento legate al 2004 e al 2009. Nell’intestazione c’è scritto chiaramente un indirizzo di Pirri, ma lei dal 2008 vive in una casa popolare a Is Mirrionis. Tra una cosa e l’altra dovremmo pagare oltre 130 euro per dell’acqua che, forse, non abbiamo mai consumato. Inoltre, era proprio necessario mandare queste lettere in questi giorni difficili?”.


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