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Niente reddito di cittadinanza per Nicola Gabriele, agricoltore di 28 anni di Cagliari. Terreno a Pula, da qualche tempo dirige lui la mini azienda di famiglia. E, quando ha letto della mozione approvata dal Consiglio comunale relativa all’impiego in volontariato o lavori socialmente utili per chi prende il reddito di cittadinanza, ha applaudito ma, allo stesso tempo, ha rimarcato la sua contrarietà per quell’aiuto troppo “elastico”. “Almeno sino ai 35 anni non bisogna darlo, sennò i giovani non potranno mai imparare un mestiere”. Ma c’è crisi, e pochi posti di lavoro: “In questo caso, meglio fare la valigia e partire. È più giusto aiutare i cinquantenni, a quell’età è difficile rientrare nel mercato lavorativo”, osserva il ventottenne.
“I lavori socialmente utili, per chi ha il reddito di cittadinanza, sono giusti, le amministrazioni comunali potrebbero impiegare le persone per pulire le spiagge o le strade. Ma i giovani è meglio se cercano un’occupazione o imparano un mestiere, anche classico: ormai stanno scarseggiando pure panettieri e fabbri”.