“Nel Cagliaritano almeno trenta aziende al giorno chiedono di essere riaperte: ora decida la Prefettura”

Ogni giorno pare allungarsi l’elenco delle richieste da parte di imprese ancora in attività nel territorio del cagliaritano e Sud Sardegna, almeno trenta al giorno, una decina quelle che riguardano attività a ciclo continuo che non possono essere fermate del tutto, cinque quelle per cui è prevista una autorizzazione speciale nel settore della Difesa e dell’Aerospazio, in tutto oltre settecento le domande inviate agli uffici della Prefettura


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Un focus sui call center ma anche la massima attenzione sulle aziende che chiedono deroghe e modifiche dei codici Ateco, quelli che in base al decreto governativo del 22 marzo sanciscono chi può proseguire l’attività e chi no: è quanto concordato nell’incontro tra i segretari di Cgil, Cisl e Uil di Cagliari Carmelo Farci, Mimmo Contu e Andrea Lai e il prefetto di Cagliari Bruno Corda.

La decisione spetta alle prefetture ma il decreto prevede che le forze sociali siano coinvolte per esprimere un parere, soprattutto sulle imprese che, escluse dall’elenco stilato dal governo, presentano una autocertificazione per continuare a produrre, magari nelle filiere legate alle attività ritenute essenziali. “E evidente che gli elenchi allegati al decreto rappresentino una indicazione di massima – hanno detto i segretari Carmelo Farci, Mimmo Contu e Andrea Lai – ma deve essere chiaro che le deroghe vanno concesse dopo attenta valutazione, sia dell’attività realmente svolta, sia del rispetto dei protocolli anti Covid19 che, purtroppo, non hanno la stessa applicazione in tutti i luoghi di lavoro”.

Cgil Cisl e Uil sono fortemente preoccupati per i contagi riscontrati nel call center Comdata, per la grave situazione di rischio alla quale sono esposti, oltre agli operatori sanitari, i lavoratori dei supermercati, delle poste e dei servizi finanziari, degli appalti legati all’assistenza domiciliare o di pulizia degli ospedali, delle aree industriali e di tutte quelle attività che proseguono per permettere a tutti gli altri, cittadini giovani e anziani, di restare a casa. “Per questa ragione il confronto in prefettura e il coordinamento sulla salute e sicurezza sono oggi centrali”, hanno detto Farci, (Cgil) Contu (Cisl) e Lai (Uil) sottolineando – nell’attesa che vengano messi a disposizione dalla prefettura maggiori dettagli sulle attività che chiedono autorizzazioni e deroghe – che i sindacati sono impegnati, anche attraverso la rete dei delegati in tutti i luoghi di lavoro, a vigilare affinché si rispetti il protocollo sulla salute e sicurezza firmato da Governo, sindacati e associazioni datoriali il 14 marzo”. Il messaggio è chiaro: “Chi non lo rispetta deve sospendere le attività, ogni violazione sarà puntualmente segnalata, alla salute non si deroga”.

Nel frattempo, ogni giorno pare allungarsi l’elenco delle richieste da parte di imprese ancora in attività nel territorio del cagliaritano e Sud Sardegna, almeno trenta al giorno, una decina quelle che riguardano attività a ciclo continuo che non possono essere fermate del tutto, cinque quelle per cui è prevista una autorizzazione speciale nel settore della Difesa e dell’Aerospazio, in tutto oltre settecento le domande inviate agli uffici della Prefettura. Ma questi dati sono parziali e si attendono ulteriori ragguagli.

L’appello dei sindacati va alle istituzioni competenti, prefettura, Spresal, Ispettorato del Lavoro ma anche associazioni datoriali, affinché si affronti questa difficile fase emergenziale con la massima collaborazione e unità d’intenti, per preservare la salute di tutti, lavoratori compresi.


In questo articolo: