Nasce a Cagliari il comitato Bilinguismu Democràticu. L’obiettivo è quello di raggiungere un bilinguismo completo, sardo- italiano, superando le diatribe che in alcuni casi sono degenerate in vere e proprie faide fra fazioni. I componenti, finora 30, si danno un anno di tempo per mettere su un piano pluriennale di sperimentazione sociolinguistica, che parte dalle scuole. “Serve l’appoggio delle Istituzioni – ha spiegato Pedru Perra, uno dei fondatori del neo comitato – la Regione deve ascoltarci e sostenerci, finora si sono sprecate troppe occasioni”.
Il comitato è convinto che alla base del recupero della lingua sarda debba esserci il sostegno popolare e la sua partecipazione attiva. “Qualsiasi errore fatto ora, dovuto ad inutile fretta o a impreparazione comprometterà per sempre il recupero della lingua sarda – ha aggiunto Pedru Perra – Ci diamo un anno di tempo per elaborare e esporre una serie di proposte, anche con l’aiuto di alcune minoranze linguistiche europee. Proporremo due norme che istituiscano il bilinguismo: solo così ci riprenderemo una parte della nostra cultura”. Secondo Oreste Pili, presidente dell’Acadèmia de su Sardu Onlus – si deve ripartire insegnando il sardo a scuola: i bambini devono imparare bene la lingua madre sin dai primi anni di vita e noi ci batteremo per questo. Il sardo non morirà se si impara a scuola. E, dal momento che non si può arrivare subito ad un’unica lingua sarda, si può cominciare con le due varietà più diffuse nell’isola: campidanese e logudorese”. Si batte, invece, per una lingua ufficiale in maniera democratica,
Alexandra Porcu, linguista, figlia di emigrati sardi, e presidente del Circolo Sardo di Berlino, che combatte la sua battaglia sulla cultura sarda da facebook, dal suo blog “Arrexinis e Arrexonus”, e nel gruppo “Bilinguismu democraticu”.