“Multa di 5mila euro al venditore di cicoria? Un’ingiusta batosta”

Sulla vicenda del ragazzo sardo che vendeva cicoria, multato a San Benedetto dai vigili urbani, non sortiscono le polemiche: “Trattamento non equo, a poche decine di metri, i venditori abusivi che vendevano merce e prodotti taroccati”


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Non sortiscono le polemiche in città ed il coro di proteste è acceso tra coloro che hanno assistito come testimoni, all’incredibile sanzione di 5mila euro (inflitta nei pressi del mercato rionale di San Benedetto), nei confronti di un ragazzo che vendeva in strada alcuni mazzi di cicoria. L’indignazione è tale tra le persone e residenti, soprattutto per il trattamento non proprio equo tra i venditori ambulanti della zona, soprattutto perché parrebbe che a distanza di poche decine di metri, ci sarebbero stati altri “abusivi”, stavolta però di nazionalità straniera, a vendere merce ed articoli contraffatti. Nessun coro che inneggia al razzismo o cos’altro, ma quel che si chiede adesso è l’annullamento della sanzione amministrativa in questione. In primis, una richiesta rivolta direttamente al Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Il sindacalista Cisl-Fp, Gianfranco Angioni, aveva stigmatizzato l’intera vicenda: “Il sindaco annulli questa multa, a fianco c’erano decine di senegalesi che vendevano merce contraffatta in spregio a tutte le norme”. 

LO SFOGO SUI SOCIAL. Tra i tanti post anche su Fb, spunta anche quello di una delle titolari del ristorante-pizzeria, Scacco Matto, Anna La Robina: «In questo periodo salvo informazioni riguardanti il lavoro non trovo il tempo e forse nemmeno sento il bisogno di pubblicare post, ma leggere queste notizie mi spinge a dire la mia a riguardo. Fermo restando che si devono rispettare le regole nel limite delle possibilità, io credo che questa normativa legge o cos’altro, debba essere assolutamente rivista e abolita. Ci sono troppe persone che non hanno possibilità di trovare lavoro, che devono però garantire ai propri cari almeno i beni di prima necessità e che onestamente decidono di farlo senza fare del male, senza rubare, senza truffare, veri reati per i quali a volte sono state inflitte sanzioni e pene inferiori. Insomma senza causare danni al prossimo, tornare a casa e portare qualche soldino che permetta ai propri cari di condurre una vita dignitosa e non di stenti. Meditiamo dunque, con l’auspicio che si prendano i giusti provvedimenti dando a queste persone la possibilità di vivere semplicemente nel rispetto del prossimo e nella difesa della propria dignità morale»