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Scoppia la polemica, tra sindacato e azienda, sulle mascherine protettive utilizzate dai lavorati e dalle lavoratrici delle pulizie che, ogni giorno, operano all’interno del Policlinico di Monserrato: “Sono circa sessanta”, spiega, contattato da Casteddu Online, Piergiorgio Piu, segretario territoriale dell’Ugl. È lui ad aver firmato e inviato una lettera di diffida, ieri, alla Proseco srl, consorziata della società Evolve, che ha vinto l’appalto per le pulizie all’interno del polo ospedaliero. Il sindacalista denuncia che “spesso il personale addetto alle pulizie non usufruisce delle mascherine adeguate, monouso non riutilizzabili, non soddisfacenti al tipo di contatto che spesso è inferiore agli ottanta centimetri tra i letti dei degenti di cui non si conosce la patologia”. Non solo: “Questi interventi di normale pulizia e sanificazione, che si protraggono ormai da circa cinquanta giorni, hanno determinato nelle operatrici uno stato di di ansia, stress, che le condiziona anche quando rientrano nelle loro famiglie”. Per l’Ugl, quindi, “è necessaria una discreta e migliore attenzione per le paure ed esigenze” delle lavoratrici e dei lavoratori, “garantendo loro una regolare ed adeguata fornitura dei dispositivi di protezione individuale”. Una lettera molto dura, insomma: utile ricordare che, in questa vicenda, il Policlinico non ha nessun tipo di responsabilità. Chi viene a fare le pulizie, infatti, fa parte di una ditta esterna.
E proprio dalla ditta esterna, il consorzio stabile Evolve (che ha come consorziata e titolare di contratto la Proseco srl) arriva una replica altrettanto chiara: “Siamo presenti ogni giorno per supportare le operatrici e fornire loro tutti i dispositivi di protezione, dalle tute ai sovracamici, dai sovrascarpe alle cuffie. Ogni lavoratrice è dotata del Dpi previsto per l’ambiente nel quale opera, da quelli a basso e medio rischio a quelli ad alti ed altissimo rischio”. E le mascherine rientrano nel discorso: “Diamo loro quelle adeguate rispetto alle zone nelle quali puliscono, non sono sempre di tipo chirurgico. Queste le indossano quando entrano in ambienti medici a basso e medio rischio, come prevede anche l’Istituto superiore della sanità”, spiegano. E, nelle zone più delicate, “mascherine Ffp2 e Ffp3 e tutti gli altri dispositivi di protezione utili. Inoltre, se le lavoratrici devono fare un altro turno, prima gettano tutti i dispositivi, monouso, in un contenitore di rifiuti speciali che viene poi portato via da una ditta incaricata allo smaltimento”.