Monserrato, Locci non dice addio: “La città non merita certi individui, io ci sarò”

Centinaia di monserratini ascoltano per oltre un’ora l’ormai ex sindaco dei Riformatori Sardi, il suo discorso interrotto decine di volte dagli applausi: “È un arrivederci, noi abbiamo fatto ciò che per decenni è stato solo promesso”


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Ha il sorriso ma anche la rabbia di chi si sente tradito, Tomaso Locci. L’ormai ex sindaco di Monserrato chiama a raccolta la cittadinanza, e in centinaia lo ascoltano nei giardinetti di via del Redentore. Affianco gli assessori che, a detta sua, “hanno cambiato la città in meno di due anni, riuscendo dove molti non sono riusciti in un ventennio. I cinque dissidenti io li chiamo individui”, afferma Locci, “chi fa cadere un sindaco sul bilancio lo fa perché non ha a cuore la città, è vergognoso”. Stilettate senza mezzi termini nei confronti del suo predecessore, “Gianni Argiolas, più altri esponenti dell’opposizione che sono addirittura usciti dall’aula consiliare quando si doveva votare il piano alluvione”. Elenca ciò che ha realizzato con la sua squadra, Locci: “Il primo parco giochi inclusivo, le sagre paesane perché la convivialità tra cittadini può avvenire anche mangiando un piatto di malloreddus, i fondi per gli interventi di restyling e ammodernamento delle strade e”, tra le tante cose snocciolate, “anche venticinque nuove telecamere di sorveglianza, con fondi ottenuti dal ministero dell’Interno, oltre alla bonifica del campo rom”.

E, dopo oltre un’ora di comizio e un giro di interventi degli assessori, l’annuncio: “Il mio è un arrivederci, Monserrato non merita di tornare indietro ma di guardare sempre avanti, senza più certi squallidi giochetti di potere. Io, se i cittadini lo vorranno, ci sarò ancora e non permetterò che quanto di buono è stato fatto venga spazzato via da chi è ancora abituato a fare politica al bar”.