Monica di Dolianova, mamma lavoratrice: “Brico vuole trasferirmi ma la mia vita è in Sardegna”

Monica Sulis, 40 anni, da undici lavora al Brico di Pirri: “Vogliono chiudere, qui guadagno mille euro facendo 24 ore alla settimana. Non accetto di essere trattata come uno straccio vecchio”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA


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Undici anni anche di sveglie all’alba per raggiungere, da Dolianova, il suo posto di lavoro, il Brico di Pirri. Qualche giorno fa, la doccia fredda: tutti a casa (o da qualche altra parte, comunque non in Sardegna) dal prossimo primo marzo. C’è anche Monica Sulis, quarant’anni, tra i diciannove dipendenti del punto vendita aperto ventisei anni fa dentro la Città Mercato pirrese che devono fare i conti con un posto di lavoro che, tra qualche settimana, non ci sarà più. “Sono addetta alla vendita, ho un contratto indeterminato e faccio un part-time di ventiquattro ore settimanali, riuscendo a guadagnare mille euro al mese. L’azienda ha proposto dei trasferimenti”, ma non si sa dove. “Saranno loro a fare una lista delle sedi, sparse nella Penisola italiana. Io non sono disposta a partire, ho un figlio di tre anni e un mutuo della casa da dover pagare. La mia vita è qui, non voglio fare la valigia e andare via”, tuona la Sulis. “Un’altra soluzione prospettata è la monetizzazione, vogliono darci un incentivo per fare in modo di farci andare via in tempi veloci e indolori, ma per loro”. Insomma, due soluzioni bocciate e un’unica speranza: poter continuare a lavorare in Sardegna.

 

“Non ci sono motivi per una chiusura, non c’è tutta questa crisi”, dice. “Non accetto di essere trattata come uno straccio vecchio, ho raggiunto una certa anzianità di servizio e non voglio essere vista come, solamente, un costo per l’azienda”. E, se da oggi al prossimo primo marzo, nulla dovesse cambiare, e dunque Brico dovesse definitivamente abbassare le serrande del punto vendita di Pirri, Monica Sulis sa a chi rivolgersi: “All’avvocato Gianni Benevole, saprà come difendere i miei interessi”.


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