Monastir, caos al centro migranti: “Scontri violenti e risse, da 15 giorni niente tamponi ai nuovi sbarcati”

Notte di caos nella struttura, la denuncia del sindacato dei poliziotti: “Tensione alle stelle. E c’è il problema Covid: niente tamponi ai nuovi sbarcati, gli agenti sono esposti a rischi”


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È di nuovo caos nel centro di accoglienza di Monastir. Le ultimissime notizie “critiche” che arrivano dalla struttura che ospita migranti sono state messe nero su bianco, in una lettera inviata al nuovo questore di Cagliari, Paolo Rossi, dal sindacato di polizia del Sap. Sbarchi ripresi dopo giorni di “stop” legati al maltempo e controlli anti-Covid assenti, oltre a episodi di tensione avvenuti anche nelle scorse ore. Sono questi, in sintesi, gli sos lanciati dal Sap. La lettera, firmata dal segretario provinciale Luca Agati, porta la data di oggi, 16 novembre 2020, ed è è stata spedita anche alla segreteria nazionale e regionale del sindacato. Eccola, di seguito.

“Gentilissimo signor questore, siamo davvero molto preoccupati per quanto accade al Cas di Monastir e in questi ultimi giorni. Le condizioni di mare hanno permesso a più di 200 clandestini di approdare sulle nostre coste, riempiendo all’inverosimile una struttura inidonea che mette in serio pericolo gli operatori che vi svolgono la vigilanza. Anche la notte scorsa abbiamo gestito violenti scontri, la tensione è alle stesse, sono letteralmente saltati gli schemi. C’è stato un periodo di maltempo durante il quale i numeri dei presenti sono calati tantissimo, periodo che andava sfruttato per pianificare, migliorare gli standard di sicurezza, studiare nuove manovre per rendere quel posto più sicuro. Invece nulla, abbiamo atteso gli sbarchi, ritrovandoci in pieno allarme riaccendendo fuochi di tensione tra risse, furti, scavalcamenti e chi più ne ha più ne metta. E più di ogni altra cosa allarma il problema Covid. Sono più di quindici giorni che non vengono effettuati i tamponi ai nuovi sbarcati. In pratica abbiamo stipate più di duecento persone, giunte in momenti diversi, che vivono in totale promiscuità, interfacciandosi con i colleghi che lavorano nella struttura. È inaccettabile i momenti di allarme sono quotidiani, così come i momenti di contatto tra i clandestini e gli operatori di polizia, senza che alcun accertamento sanitario sia stato compiuto. Un potenziale covo di malati, un ipotetico focolaio di infetti che ogni giorno entra in contatto con tutti i colleghi che lavorano all’interno, un branco di duecento persone pronte a tutto con l’obbiettivo di danneggiare per guadagnarsi la fuga? Converrà con noi che tutto questo è inaccettabile. Conosciamo la sua sensibilità in materia, l’operosità della questura, della prefettura, dello stesso medico del centro. Ma la burocrazia ed i ritardi non possono mettere in pericolo la salute dei poliziotti, questo proprio non possiamo accettarlo. Ci mettiamo come sempre la faccia senza alcun timore quando si parla di tutela della salute e siamo certi che lei farà lo stesso. Ma ogni giorno che passa senza i dovuti accorgimenti ed i previsti accertamenti sanitari, è un giorno di rischio in più, una terribile scommessa con il fato. Il ministero è così sensibile alla tutela dei poliziotti, ogni giorno vengono effettuati tamponi ai poliziotti potenzialmente infetti, invitiamo gli operatori che manifestano sintomi di stare a casa per non mischiarsi con la comunità proprio per evitare in ogni modo contagi collettivi, non possiamo permettere che per colpa altrui, per le inefficienze del sistema, i poliziotti siano esposti a rischi così elevati. I clandestini si armano, rompono tutto, si propongono con spavalderia, scavalcano, raggiungono i centri abitati, vengono intercettati dai colleghi che li riaccompagnano all’interno della struttura, il tutto senza poter sapere che le persone che ci troviamo davanti sono positive o meno al Covid. Non più tardi di ieri abbiamo segnalato le tensioni pronte ad esplodere e puntualmente ciò è accaduto. È ora di dire basta, è ora di agire. Gli stranieri che sbarcano sono per lo più algerini che partono da Annaba, una nazione che sta vivendo un nuovo considerevole aumento dei casi con 66819 positivi e 2139 decessi, di cui solo ad Annaba 1530 contagi e dieci morti (dati di ieri, fonte Google). Siamo così certi delle condizioni sanitarie dei duecento ospiti all’interno? Si deve far male qualcuno afinchè si risolva questa vergogna? Rimanendo in attesa di un urgente riscontro, si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti”.

 


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