Il video del litigio in piazza Deledda a San Sperate era finito su centinaia di chat dei principali canali social e, fortunatamente, anche davanti agli occhi dei carabinieri. L’aggressione che ha visto protagonisti cinque ragazzi, tutti minori, sembra essere a una svolta: i carabinieri della compagnia di Iglesias, guidati dal capitano Giovanni Di Nuzzo, hanno rintracciato e sentito i vari protagonisti della vicenda. E il quadro che emerge sembra più simile a quello di un “conto” da pagare per insulti volati su Facebook. Il minore aggredito, sabato sera, accompagnato dal padre in caserma, aveva sporto denuncia, facendo i nomi degli aggressori e spiegando di essere stato aggredito perché omosessuale. Un motivo che, sempre stando alle indagini sinora condotte dai carabinieri, potrebbe non essere l’unica “ragione” del fattaccio. Proprio lui, stando alle indagini sinora svolte, avrebbe rivolto insulti a uno dei ragazzini presenti in piazza Deledda che, per fargliela pagare, avrebbe creato un profilo “fake” su Facebook, spacciandosi per un ragazzo interessato a conoscerlo.
Così, venerdì pomeriggio, insieme a una sua amica, il minore avrebbe raggiunto la piazza di San Sperate convinto di dover fare una nuova conoscenza. Ed è a quel punto che sarebbe scattata la trappola, e sono volati calci e spintoni. Nei prossimi giorni, quando le indagini da parte dei militari saranno finite, il rischio che corrono gli aggressori è quello di essere denunciati per ingiurie e lesioni. E il video del pestaggio potrebbe diventare fondamentale per un’ulteriore denuncia, quella legata alla diffamazione.