Migrante aggredito: un giovane salva lo straniero dal linciaggio

Inquietante episodio alla stazione di Cagliari. Una baby gang cagliaritana provoca, insulta e picchia un 16enne extracomunitario. Il racconto di Kikko Orrù: “Hanno denigrato quel ragazzo che piangeva forte e lo hanno picchiato, solo il mio intervento li ha convinti a noin proseguire: mi chiedo: che colpa ne ha lui se la vita non vi va al meglio? I vostri problemi li risolvete con la violenza?”


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Un ragazzo straniero picchiato e insultato da una baby gang cagliaritana, nel cuore della stazione di piazza Matteotti. Questa volta sono i cagliaritani a finire in copertina per malatrattamenti nei confronti dei migranti. La storia eloquente è raccontata a Cagliari Online da Kikko Orrù, il ragazzo che con un gesto eroico ha salvato un giovane africano dal linciaggio. Kikko quella storia la racconta in cagliaritano stretto, col linguaggio tipico dei giovanissimi: “Quella che vi sto per raccontare è una storia triste, anche perché mi stavo per prendere una sussa. Venerdi primo luglio, ore 20 e 30, stazione ferroviaria di Cagliari. Mentre andavo tranquillamente a comprare il biglietto per il ritorno a casa, un gruppo di ragazzi incrociano un ragazzo di colore intento a farsi beatamente gli affari suoi. Qualche sguardo di troppo scatena una violenta reazione dei ragazzi indigeni che in un attimo accerchiano il ragazzo a suon di “negro di merda” “sesi puresciu” “tornatene a casa tua”. Ad un certo punto, una ragazza, sempre appartenente al gruppo degli indigeni, sferra uno schiaffo fortissimo verso il ragazzo extracomunitario e, non contenta, incita un altro ragazzo del gruppo a fare lo stesso. Ovviamente il nenno non si lascia perdere questa occasione e tira un pugno in faccia al povero ragazzo. A questo punto non resisto e mi avvicino a passo spedito verso il luogo della “rissa”, mi intrometto e con tono alto e accento di bidda dico “oh, ma lo lasciate?”. Uno dei nenni mi risponde “oh, ma taggazu boisi, shpostati che non sono affari tuoi”, così inizia una breve ma intensa discussione intervallata da qualche spintone. Riesco ad avere la meglio verbalmente, anche perché fisicamente mi avrebbero dato una sussa di colpi non indifferente, e mi lasciano andare. Ora, quel ragazzo non parlava neanche Italiano, avrà avuto massimo 16 anni, piangeva, piangeva forte. Che colpa ne ha lui se la vita non vi va al meglio? Siete sicuri che il problema sia veramente lui e tutti quei poveri cristi? E soprattutto, siete sicuri che con la violenza riuscite a risolvere tutti i vostri problemi?”


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