Sua zia, Antonia Ruggeri, ha novantasette anni ed è una disabile grave: “Completamente paralizzata, affetta da demenza, anchilosi gravissima e disfagia”, racconta la nipote, Daniela Puddu, 52 anni, sua tutrice. È lei che si prende cura ogni giorno dell’anziana, accudendola, lavandola e nutrendola. Da qualche mese, però, le condizioni della donna sono peggiorate: “Non riesce più a deglutire l’acqua, neppure con l’aiuto dell’addensante, ed è stata presa in carico dall’assistenza domiciliare integrata. Ogni giorno deve essere idratata attraverso flebo che mensilmente dovrebbero essere consegnate a domicilio o, in alternativa, ritirate presso la farmacia del Binaghi, attualmente alla Fiera di Cagliari”. E da qui iniziano i problemi: “Ogni mese devo mandare una email per chiedere il materiale e poi pregare di riceverlo”, racconta la Puddu. “Al telefono non risponde nessuno e, se miracolosamente qualcuno risponde, ti senti dire che sono sotto organico e che si deve aver pazienza”. Difficile, tantissimo, anzi, impossibile averne quando in ballo c’è la sopravvivenza di una persona.
“Io la pazienza l’ho terminata, ma soprattutto ho terminato tutto ciò che occorre per tenere in vita mia zia. Non avevo più le flebo dallo scorso dodici agosto e le ho dovute comprare in farmacia, pagando tutto quando, invece, ci spettano gratis per diritto, tutto ciò è vergognoso. Ecco in quali condizioni vengono lasciate, alcune volte, le persone più fragili”.