“Mia nonna salvata dai medici del S. Marcellino di Muravera. L’ospedale non chiuda”

La bellissima testimonianza di Laura Schirru, 36 anni. Sua nonna, Teresa Utzeri, di San Vito, ha un arresto cardiaco. I medici la salvano e, dopo dieci giorni, l’arzilla vecchietta ritorna a casa. “Un’umanità sconfinata, quella di chi lavora tra le corsie dell’ospedale”


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Di Paolo Rapeanu

Storie, positive, di una sanità che, seppur navigando nelle difficoltà, tra tagli e dimensionamenti vari, riesce ancora a farsi valere. Il San Marcellino di Muravera è tra gli ospedali interessati dalla riforma sanitaria regionale. Su Facebook c’è un gruppo a sostegno, “Salviamo l’ospedale San Marcellino di Muravera”, con quasi cinquemila iscritti. Ed è proprio una di loro, Laura Schirru, 37enne sarda ma da anni residente a Brescia, a raccontare un vero e proprio “miracolo”. Sua nonna, 94 anni, dopo dieci giorni di ricovero a causa di un arresto cardiaco, non è più ospite di uno dei letti della struttura sanitaria, ma è di nuovo a casa sua, a San Vito. E sta bene, molto bene. Ecco, di seguito, la lettera-ringraziamento della nipote.
“Teresa è appena rientrata a casa dopo 10 giorni di ricovero. Un pensiero va inevitabilmente a chi è ancora indeciso se chiudere o meno l’ospedale San Marcellino di Muravera. Allora spero di aiutarla nella sua decisione e precisamente volevo sottolineare che in questo ospedale fatto di persone umane, i pazienti vengono trattati come esseri umani, non come un numero. Devo ringraziare davvero di cuore tutto il personale del reparto medicina per essere sempre stato cordiale, affettuoso e aver tenuto costante il senso del dovere verso i più sofferenti.  Non sono mancati sorrisi, battute, carezze e qualche volta è scappato anche un bacino. Io credo che un paziente ha bisogno di sentirsi coccolato perché questo può far guarire più di tante pastiglie. Mia nonna ha 94 anni ed è stata ricoverata in codice rosso. In tanti potrebbero pensare, come del resto mi è già capitato di sentire, ‘sì, ma tanto è vecchia!’, beh, io in questo reparto ho visto solo bellissime persone che non consideravano l’età, ma consideravano la Vita, punto e basta! Questo ospedale non può e non deve essere chiuso. Ci sono pazienti che vengono da lontano per essere ricoverati in day hospital, non oso immaginare quale incubo possa essere per loro dover affrontare un viaggio ancora più lungo, non è accettabile! Probabilmente se fosse stato chiuso oggi non avrei avuto la gioia di rivedere la mia super nonnina a casa. Faccio i miei più cari auguri a tutti i pazienti e alle loro famiglie affinché possano provare la nostra stessa felicità. Gli auguri vanno anche agli angeli vestiti di blu, azzurro e verde affinché continuino il loro nobile lavoro con dedizione e amore”.


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