Meridiana, volo Napoli-Cagliari da incubo: rimborsi negati ai sardi

Ricordate la vicenda del 26 giugno scorso denunciata da una passeggera cagliaritana sul volo “odissea” Napoli-Cagliari Meridiana? Oggi la clamorosa mail di risposta della compagnia di volo, dove si nega il rimborso ai passeggeri. Ecco il perchè


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“Napoli-Cagliari un volo da incubo, trattati come merce da consegnare”: ricorderete la denuncia di una passeggera del volo Napoli-Cagliari, Meridiana, in regime di continuità territoriale, raccontata come un’odissea vissuta in una giornata calda, torrida, tra ritardi, aria condizionata spenta, su un velivolo Astra Airlines. Oggi la clamorosa mail con lo scambio di interlocuzioni tra Ilaria P. e il Servizio Relazioni Clienti Meridiana fly /Air Italy – Direzione Commerciale/Servizio Relazioni Clienti. Meridiana, tra l’altro, nega il rimborso alla passeggera: “In prima linea e per primi – scrive nella mail inviataci in redazione Ilaria Pisano – voi e  il vostro giornale avete dato spazio alla mia ‘denuncia’ in merito al volo ‘della speranza’ Napoli-Cagliari in data 26/06, spazio per il quale vi ringrazio, ma volevo far partecipi voi e i vostri lettori dell’assurda risposta della compagnia Meridiana al reclamo effettuato. Vi inoltro proprio la mail di risposta così che possiate leggere le parole testuali. Fa specie che la compagnia definisca di “poca entità il ritardo di quasi due ore”. Evidentemente sono abituati a ritardi ben più irragionevoli – aggiunge Ilaria Pisano – come se un cliente profumatamente pagante non abbia diritto di voler arrivare a destinazione all’ora pattuita al momento dell’acquisto del biglietto, che si tratti di un ritardo minimo o meno. E ancora più assurda l’affermazione circa la temperatura a bordo: purtroppo l’aggravante di tutto è che evidentemente l’aria condizionata funzionava (infatti a metà volo è stata accesa) e volontariamente e non si sa perché non sia stata accesa da prima che salissimo a bordo, proprio viste le temperature a cui fa cenno Meridiana. Lascio le considerazioni a chi ha sicuramente più voce di me in capitolo, in particolare ai nostri esponenti politici a livello regionale, che dovrebbero tutelarci da compagnie del genere e pretendere che i passeggeri non vengano trattati da merci. Non sono alla ricerca tanto di rimborsi quanto di giustizia e vorrei che la vicenda avesse risalto. Ricordo ai più che a bordo dell’aereo si sono avuti malori e svenimenti per la temperatura e che su quel volo poteva esserci una persona a noi cara, un figlio, una persona con patologie (come me, che sono asmatica).  Prot. M/17/MP/DC/sg 1062558 protocollo a cui far sempre riferimento. 

MERIDIANA. NESSUN RISARCIMENTO. Botta e risposta con il Customer Care della compagnia di volo, una doccia fredda per quei 124 euro spesi: “Gentile Signora Pisano, con riferimento alla Sua segnalazione inerente il volo in oggetto desideriamo fornire di seguito alcuni chiarimenti. Il volo IG542 da Napoli per Cagliari del 26 Giugno scorso è giunto a destinazione con circa 1 ora e 50 minuti di ritardo. Pur spiacenti per l’accaduto non possiamo accogliere alcuna richiesta di risarcimento in quanto non previsto dal vigente Regolamento Comunitario CE261/2004 per ritardi di tale entità. Per quanto riguarda le Sue osservazioni in merito alla temperatura a bordo, dalle verifiche effettuate non è emersa alcuna anomalia sull’impianto di condizionamento risultato, a seguito di accurate ispezioni, perfettamente funzionante; possiamo ragionevolmente supporre che le elevate temperature estive, finora sopra la media del periodo, in concomitanza con le normali soste dell’aeromobile in pista, nell’attesa di effettuare il volo, abbiano comportato un tempo più elevato rispetto alla norma per il raggiungimento a bordo di una temperatura più confortevole. Con la speranza che l’accaduto non comprometta la Sua fiducia nei nostri confronti, ci è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti”. 

LA STORIA. Una sorta di odissea, vissuta da una passeggera, Ilaria, che racconta quanto è accaduto a bordo di un velivolo. La sua lettera, firmata, è accompagnata anche dal ticket di viaggio conservato con cura. Centoventiquattro euro, una cifra che la donna “ha riassunto in una lettera”, dura, di protesta, di rabbia: “La paura per me stavolta ha un prezzo, 124 euro per un viaggio andata e ritorno dall’Isola in tariffa di continuità territoriale. Un incubo – scrive Ilaria –  iniziato ieri con contorni pastello, per l’impossibilità di effettuare il check in online per il volo Napoli-Cagliari, con la compagnia Meridiana, che già faceva presagire poco di buono. E poi la corsa al desk per il check in all’aeroporto, stamattina, nonostante il volo fosse alle 15.40, con il rischio che non ci imbarcassero tutti e ci lasciassero a terra nonostante il call center interpellato il giorno prima garantisse che non fosse vero che si trattasse di overbooking. E poi parte il valzer  dei ritardi, nemmeno annunciati all’altoparlante, solo subiti”. 

I RITARDI. Caldo, tensione, malcontento: “Nessuna informazione sul volo – scrive stizzita la ragazza – è silenzio, tanto siamo merci in consegna. Sono le 17 anziché le 15.40 quando il pulmino ci accompagna al velivolo. Neanche tanta attesa, suvvia. E poi la scoperta: il volo è Meridiana ma viene effettuato daAstra Airlines. Un piccolo aereo blu, datato, fatiscente, anche dall’esterno. Appena messo piede dentro l’abitacolo, la scoperta: l’aria condizionata è spenta. Ci accolgono delle sorridenti hostess che non tradiscono la sofferenza a causa del caldo, nella loro stretta divisa blu scuro. Ci accomodiamo, parte la sommossa, i fischi sono la colonna sonora. Nel velivolo non si respira, è pomeriggio, il sole ancora alto. Il volo è pieno, tutti i passeggeri seduti e partono i cori di disapprovazione alla mancanza di ricircolo d’aria. C’è chi pensa di scendere”.

TRATTATI COME MERCE DA CONSEGNARE. Sono attimi che in una giornata calda, torrida, fanno inasprire i passeggeri: “Non c’è possibilità di riporre tutti i bagagli nelle cappelliere – prosegue il racconto di Ilaria – le hostess si affannano a portarne giù alcuni per stivarli. E noi seduti, che chiediamo aria, non si respira. Cominciano i malori: è una ragazza che non respira, forse anche in preda al panico, piange disperata. Si ritarda ancora la partenza per consentirle di respirare all’esterno con il portellone aperto. Ci si alza in piedi, non è ammissibile partire in quelle condizioni. Volano improperi, minacce, fischi. Le hostess portano dell’acqua, chiudono il portellone e ci rassicurano sul fatto che l’aria fuoriuscirà non appena si accenderanno i motori. I motori si accendono e si parte. Ma ancora niente aria, siamo in quota e non si respira. Alcuni si alzano in piedi incuranti dell’obbligo di cintura. Si chiede a gran voce se c’è un medico tra i passeggeri. Ecco avanzare un signore campano, si porta tra le prime file dove una ragazza ha perso i sensi. Le hostess sono visibilmente provate, non tradiscono la preoccupazione, parlottano tra loro e sale l’ansia. La ragazza svenuta viene adagiata con le gambe in alto e si prepara la bombola di ossigeno, che verrà usata poco dopo. A bordo c’è il panico, sono momenti di tensione anche con il personale di bordo, che peraltro non parla italiano e non riesce a gestire la delicata situazione. L’aria comincia a defluire dalle bocchette ben oltre il tempo annunciato e ben oltre il tempo del decollo. A poco servono le scuse di Francesca, hostess rappresentante di Meridiana a bordo e l’unica madrelingua. Persone: bisognerebbe ricordare ai vertici che la tratta viene operata con persone e non merci. Trattati alla stregua di merci da consegnare. Meridiana, vergogna. Ilaria, merce consegnata”.

 

 


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