Mercato da ignorare: perché il Cagliari può rinforzarsi restando così com’è

I nuovi acquisti sono Ceppitelli, Andreolli, Cigarini e Pavoletti che a inizio stagione dopo una lunga inattività non avevano nelle gambe il rendimento attuale. E se Lopez convince Farias a giocare per la squadra come è successo a Bergamo ne vedremo delle belle


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Di Nanni Boi

Il  Cagliari ha chiuso il girone di andata in una situazione di classifica non molto diversa da quella dell’anno scorso: 3 punti in meno (20 contro 23) e 15°  posto anziché 12°. La grande differenza sta semmai nel vantaggio sulla zona retrocessione, sceso dai 13 punti dell’altro campionato ai 5 attuali. Ma più che un merito dei rossoblù quello fu il grosso demerito di Palermo, Crotone e Pescara che fecero davvero poco anche per essere le cenerentole del torneo. In attesa della grande sfida contro la Juventus di sabato sera, che è sempre la più attesa, vale forse la pena di fare qualche ragionamento sulle opportunità di cambiamenti offerte del mercato invernale che rimarrà aperto per un mese. Partendo dal presupposto che nessuno ha la ricetta giusta in tasca, spesso i jolly si pescano anche per disperazione e con una buona dose di fortuna. Prendiamo l’esempio dell’Udinese che alla 14esima giornata ha sostituito l’allenatore Delneri con Oddo. Chi avrebbe potuto immaginare che quest’ultimo dopo la sconfitta all’esordio col Napoli avrebbe inanellato cinque vittorie consecutive? Soprattutto con quella statistica che sembrava demolirlo a prescindere dal suo valore: 24 partite senza vittorie (a parte quella a tavolino) nell’unico precedente in serie A l’anno scorso a Pescara. Questo potrebbe essere un caso limite, beninteso, spesso è la competenza a fare la differenza, come dimostra in negativo quella dell’esordiente direttore sportivo Mirabelli che ha speso 235 milioni per avere un Milan 11° con 25 punti al giro di boa mentre l’anno scorso era 5° con 36! O in positivo quella del diesse Corvino della Fiorentina che è riuscito a portare 60 milioni di euro in cassa vendendo i migliori, e a sostituirli con giocatori che costavano molto meno, senza che la classifica ne risentisse. E il Cagliari, si chiederanno i tifosi rossoblù, cosa dovrebbe fare? Naturalmente nei sogni di tutti ci sarebbero solo giocatori fortissimi, gente in grado di far compiere alla squadra un deciso salto di qualità e via di questo passo. Non per mancanza di fiducia nei confronti di chi dovrà operare sulle scelte, ma visto anche il modo con cui è stata formata la rosa attuale, credo che questo Cagliari possa migliorare nel rendimento in classifica, e anche sensibilmente aggiungo, semplicemente lasciando le cose come stanno. Per il semplice motivo che rispetto al girone d’andata la squadra di Lopez potrà contare su diversi giocatori che hanno fatto il rodaggio necessario dopo uno o più anni di inattività, e che potranno quindi rendere al massimo delle loro possibilità. In parole povere i nuovi acquisti ci sono già: Ceppitelli (che l’anno scorso saltò le ultime 15 partite, quasi tutto il girone di ritorno praticamente), Andreolli, Cigarini e Pavoletti oggi garantiscono un rendimento che non è neanche lontanamente paragonabile a quello (non) fornito a inizio stagione. Aggiungiamo la maturità acquisita in questi mesi da Romagna e Faragò (Barella era invece già pronto) e il risultato potrebbe anche significare una decina di punti in più se non ci fossero complicazioni relative a infortuni e squalifiche. Il conto a quel punto sarebbe presto fatto: 20 punti attuali più 30 porterebbero il totale a 50, ovvero a migliorare i 47 dell’anno scorso. Fermo restando che se Lopez riuscisse nell’impresa più grande, quella di convincere Farias a giocare per la squadra e non per se stesso, il Cagliari si troverebbe nella rosa un fuoriclasse assoluto (basta rivedere l’azione del raddoppio di Padoin a Bergamo per avere un’idea). Troppi se? Può darsi, il tecnico e tutto l’ambiente dovranno però togliersi di dosso l’idea che l’obiettivo più importante dovrà essere quello della salvezza. Sarebbe il modo migliore per vivere alla giornata, giocare al risparmio in attesa dei fatidici 38-40 punti, per poi tirare i remi in barca. Invece no, ogni partita deve costituire un obiettivo, anche quello di ottenere un solo punto in più dell’anno scorso. Solo cercando di migliorarsi si può crescere, accontentarsi del minimo non è mai piacevole. Né per sé stessi, né per i tifosi.


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