Matteo Renzi lascia il Pd col suo Attimo Fuggente: “La strada più difficile, ma è la più bella”

“Una frase di Robert Frost citata nell’Attimo Fuggente mi ha sempre fatto compagnia nei miei anni da Boy Scout: “Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta. Ed è per questo che sono diverso”.Scegliamo la strada più difficile, senza paracadute. Ma è anche la strada più bella. La colonna sonora di questa notte è “Sul lungomare del mondo”, di Lorenzo Jovanotti. Buonanotte”: Con questo tweet e queste parole nella notte Matteo Renzi lascia il Pd. Terremoto nel Conte bis


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“Una frase di Robert Frost citata nell’Attimo Fuggente mi ha sempre fatto compagnia nei miei anni da Boy Scout: “Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta. Ed è per questo che sono diverso”.
Scegliamo la strada più difficile, senza paracadute. Ma è anche la strada più bella. La colonna sonora di questa notte è “Sul lungomare del mondo”, di Lorenzo Jovanotti. Buonanotte”: Con questo tweet e queste parole nella notte Matteo Renzi lascia il Pd: le regioni la spiegherà oggi in una intervista su repubblica e poi nel salotto di “Porta a Porta”. Una scissione clamorosa a pochi giorni dal giuramento del nuovo governo che lui stesso ha fatto nascere contro l’iniziale volontà del “nemico” Zingaretti, che ha poi dovuto adeguarsi alla volontà del partito di ritrovare il governo e le poltrone insieme agli ex nemici (in questo caso) del M5S. Renzi avrà con sè una trentina di parlamentari, ma è probabile che il fronte si allarghi già prima e dopo la Leopolda del 18 ottobre a Firenze, quando potrebbe annunciare anche il nome del suo nuovo partito. Una svolta dunque epocale nel centrosinistra italiano, che ora mette all’angolo lo stesso premier Conte: Renzi lo ha rassicurato nella notte, promettendo che continuerà a sostenere il governo.

Ma la domanda è: sino a quando? Una cosa è certa: Luigi Di Maio, che per anni ha indicato Renzi come il òolitico più lontano dalla visione del Movimento, dovrà sedersi proprio con lui al tavolo della nuova maggioranza. E renzi potrà, in qualsiasi momento e con qualsiasi pretesto politico, staccare la spina al governo mettendo in ginocchio in un colpo solo Di Maio, Conte e Zingaretti. Di sicuro l’ex sindaco di Firenze sarà lì a vigiliare contro la “grillinizzazione” del Pd, che da oggi è il suo ex partito. Intanto l’aria tra i dem è funerea: nella chat dei deputati, Franceschini ha scritto “Nel 1921-22 il fascismo cresceva sempre più, utilizzando rabbia e paure (…). La litigiosità e le divisioni dentro i partiti li resero deboli sino a far trionfare Mussolini nell’ottobre 1922. La storia dovrebbe insegnarci a non ripetere gli errori”. Il riferimento (non scritto) al parto gremito di Pontida è abbastanza evidente. Così come il terremoto in vista sul Conte bis, sulle nomine all’orizzonte e un curioso scenario che vedrà Di Maio e Renzi ufficialmente alleati di governo, entrambi capi di partito. Insieme, più o meno appassionatamente.

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