Massimo Zedda alla Regione, il giallo della lettera spacca il centrosinistra sardo: “Io non ho firmato…”

Chi ha firmato la lettera per chiedere a Zedda di candidarsi a governatore del centrosinistra? “Io no…..e tu?”, scambio di sms nella notte: la campagna elettorale del sindaco di Cagliari per la Regione parte in mezzo alle incognite


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Massimo Zedda alla Regione, il giallo della lettera spacca già il centrosinistra sardo. Perchè sulla carta, alcuni esponenti del Pd fanno filtrare la notizia che ben 130 sindaci sardi avrebbero firmato una lettera per tirare la volata al sindaco di Cagliari come candidato governatore. Questo in teoria, ma nella pratica in molti altri si sfilano. Altri invece rilanciano l’idea delle primarie. Di sicuro c’è una mezza smentita, ma autorevole. Quella di Emiliano Deiana, numero uno dell’Anci, che nella notte contatta la nostra redazione e poi scrive su Fb: “Un giornale Online pone il mio nome fra i firmatari di un documento a sostegno di una candidatura per le regionali del 2019. Quando gli organizzatori della raccolta firme renderanno noti i nomi sarà mia cura commentare la questione se qualcuno riterrà utile la mia opinione. Poiché non mi pare che il documento sia stato pubblicato e corredato con le firme posso tornare alle mie quotidiane occupazioni e preoccupazioni”. Deiana dice testualmente: il documento non è stato pubblicato nè corredato dalle firme. Non fa neanche il nome di Zedda: un candidato tutt’altro che condiviso? Eppure la notizia della lettera è stata pubblicata già due giorni fa sull’Ansa. Chi l’ha scritta, chi la spedirà? Ma soprattutto però, chi non l’ha firmata e perchè?

Deiana di fatto ufficializza il giallo: c’è la lettera, ma non compaiono le firme, a cominciare dalla sua che è tutt’altro che confermata. E se un autorevole esponente del centrosinistra sardo come Deiana non conferma di avere firmato per Zedda, cosa può significare? Oltre a Deiana, altri esponenti importanti del centrosinistra sardo negano di avere firmato quella lettera. Dunque i nomi certi al momento sarebbero Mauro Usai sindaco di Iglesias e Matteo Aledda, sindaco di Sinnai. E gli altri 128? Ci saranno, certo, ma perchè non lo dicono all’esterno? Perchè il Pd o la coalizione non ufficializzano questa lettera, in modo da fare chiarezza con tutti gli elettori sardi? E cosa ne penserà il sindaco Zedda di questo tirarsi indietro reciproco sulla lettera della sua investitura, è il modo migliore di iniziare la campagna elettorale? Altri giurano: “Io non ho firmato, scusate si può sapere chi ha firmato?”. Oggi è chiaro che il centrosinistra dovrà ufficializzare i nomi, oppure si rischia l’autogol in partenza. Nella notte fioccano gli sms: “Io non ho firmato…e tu?”. La lettera è reale, ma in tanti non ne condividono il metodo. Dando per scontato che Pigliaru sia il passato, perchè ci sarebbe anche un governatore in carica: basterà l’immagine (eventuale) di Zedda a cancellare gli anni di governo scanditi dalle Arru-polemiche?

Intanto ecco il testo della lettera, pubblicata dal nostro cronista Ennio Neri: ““Caro Massimo, le elezioni regionali sono vicine, e sentiamo il bisogno di essere parte di una battaglia politica che non può prescindere dalla prospettiva di chi vive il territorio quotidianamente, con le difficoltà e le attese di tutti i giorni. Siamo sindaci in Sardegna, sindaci come te, e come te ci riconosciamo in quei valori sociali e politici che rendono ancora attuale e viva la storia della nostra autonomia. Oggi, però, non basta più parlare di vecchie appartenenze, abbiamo bisogno di guardare oltre, se vogliamo costruire un nuovo progetto per la Sardegna. Essere sindaci significa farsi carico dei problemi, mettersi al servizio dei propri cittadini, risolvere i loro problemi, spesso essere semplicemente vicini, sempre sinceri e disponibili. Noi siamo quel che facciamo, ed è su quel che facciamo che veniamo giudicati. Caro Massimo, la tua esperienza amministrativa parla chiaro. E’ un’esperienza di buongoverno, un caso nazionale, quello di chi è giudicato bene perché ha fatto il bene dimostrando che si può fare e migliorare, senza essere disfattisti. E la Sardegna, oggi, non ha bisogno di disfattisti, come di avventurieri o vicerè, ma di governanti coscienti del proprio ruolo, capaci di guardare avanti e di guardarsi intorno, in Europa, a partire da noi, da qua, dai nostri territori, dalle comunità, dalle tante isole della Sardegna. Noi siamo sindaci che hanno fatto e fanno ciascuno la loro parte nei rispettivi territori, ma senza unire le tante isole, le tante comunità che guidiamo e rappresentiamo, non verrà fuori una Sardegna unica e unita, la comunità che é e che vuole crescere e non fallire. Noi vogliamo una Sardegna delle ragazze e dei ragazzi che cresca e si sviluppi, che li renda orgogliosi di esserci e restare; una Sardegna che si unisca in un progetto di democrazia, dialogo, ascolto e partecipazione. Noi vogliamo una Sardegna democratica e libera, guidata da qui e non da Roma o Milano, da un sindaco tra la gente e non da un presidente distante e isolato; un sindaco che sappia fare e sappia stare, da subito, vicino alle ragazze e ai ragazzi, a chi è più fragile, a chi vuole scommettere e credere in una nuova stagione di progresso e crescita della nostra isola. Un sindaco capace di ascoltare e confrontarsi, con pazienza, intelligenza e capacità. Un sindaco per fare il sindaco della Sardegna. Per questo ti chiediamo di metterti a disposizione della nostra terra. Per questo, Massimo, ti chiediamo di esserci. Un gruppo di Sindaci”.

 


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