Maria Laura Orrù, cuore sport e passione politica: “Donne, dobbiamo essere più protagoniste tutte insieme”

Raffaella Aschieri intervista Maria Laura Orrù, neo eletta in consiglio regionale:_ “Esiste ancora nella nostra società la diseguaglianza tra uomo e donna, nei ruoli come nelle retribuzioni. E’ una diseguaglianza che è anzitutto culturale e che ha come conseguenza anche la violenza sulle donne, che non è solo fisica; dobbiamo vincere una battaglia culturale e non la vinceremo con la contrapposizione


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di Raffaella Aschieri

Le recenti elezioni regionali, come sappiamo,  nonostante la doppia preferenza di genere  hanno premiato poche donne,  ma fra queste otto donne vincitrici  quella che più mi ha colpito  è  stata  l’elezione di Maria Laura Orrù candidata con una lista civica collegata al candidato Massimo Zedda.

Cagliaritana, classe 1982, ingegnere edile-architetto ma soprattutto campionessa mondiale di pattinaggio nel 2005 con record del mondo sui 200metri. Maria Laura Orrù diventa consigliere regionale nelle file dell’opposizione che sarà  guidata  probabilmente da Massimo Zedda.

Maria Laura,   quando inizia il tuo impegno politico e  cosa ti ha spinto a candidarti a queste elezioni regionali?

Renato Soru, al tempo in cui era Governatore della regione Sardegna, istituì dei contributi per la tutela degli atleti sardi e io ero risultata quella con il punteggio più alto. Era la prima volta che il finanziamento veniva dato direttamente all’atleta e mi chiesero di andare a parlare in pubblico come testimonial dell’iniziativa. Fu il mio primo discorso pubblico! Con il passare del tempo mi sono sentita poi sempre più coinvolta da quello che rappresenta la politica: discutere dei problemi della società, leggerne l’evoluzione e trovare possibili soluzioni. Sull’onda dell’entusiasmo cominciai a frequentare “Progetto Sardegna” dove frequentai una scuola di formazione politica. Nel 2011 decisi di impegnarmi in prima persona e mi candidai alle comunali nel mio paese, Elmas, dove fui eletta in maggioranza. Nel 2016, a seguito della mia uscita dal Partito democratico avvenuta qualche anno prima, mi candidai a Sindaco nella lista Elmas+ nata da un percorso partecipativo con i cittadini. Credo nelle persone che si attivano e non in quelle che stanno ai margini e si lamentano, il progetto per Elmas l’ho sempre reputato diverso dagli altri, nacque dopo mesi di lavoro con i cittadini e scritto con loro e per loro!

La candidatura alle regionali arriva dopo un percorso politico-amministrativo e penso di poter mettere a disposizione le mie competenze per il bene della nostra isola. Ho sentito forte la necessità di sostenere Massimo Zedda e il nostro progetto di Sardegna, che è molto diverso da quello della ex giunta Pigliaru, sentivo anche il bisogno di contribuire ad arginare il forte vento di destra.

Ho notato che hai preferito  correre da sola e non sfruttare la preferenza di genere  come mai hai fatto questa scelta?

Nella nostra lista civica, Sardegna in Comune, diversi candidati e candidate hanno scelto di non utilizzare la formula del “ticket”. Ho sempre pensato che per noi donne questo meccanismo elettorale della doppia preferenza può non essere necessariamente un vantaggio; anche in questa campagna elettorale abbiamo visto diverse candidate utilizzate al solo fine di eleggere il candidato uomo; per questo motivo ho deciso di chiedere il consenso su di me e sulle proposte su cui ho preso un impegno, lasciando le persone libere di scegliere se esprimere l’altra preferenza.

Come immagini la Sardegna del futuro? Quali sono per te le priorità da affrontare nell’immediato?

La Sardegna del futuro è descritta benissimo nelle 77 pagine di programma elettorale con cui Massimo Zedda e la nostra coalizione si sono presentati alle elezioni. La nostra isola ha un potenziale inespresso. È necessario in primis rivedere la macchina amministrativa regionale per rispondere in tempi brevi e certi alle esigenze dei cittadini. Urbanistica, trasporti, settore agro-pastorale, turismo, sport, cultura sono tutte tematiche che devono essere ripensate in termini di sviluppo innovativo e di qualità, capace di portare nuova occupazione nel rispetto dell’ambiente, che dev’essere il filo conduttore di tutte le politiche regionali. Nella nuova programmazione europea 2021-2027 la Sardegna tornerà in obiettivo 1 (regioni europee poco sviluppate) e riceverà molte più risorse dall’Europa. Dobbiamo farci trovare pronti, serviranno competenze sia nella macchina regionale che nei comuni per utilizzare al meglio i fondi europei e creare attraverso progetti specifici nuove opportunità, in particolare per i giovani, che consentano alla Sardegna di percorrere nuove strade per lo sviluppo.

Nella tua formazione quanto ha inciso il tuo impegno quotidiano nelle attività che svolgi sia come professionista ingegnere ma soprattutto allenando tanti piccoli atleti del pattinaggio?

Ho sempre avuto una vita intensa e ogni esperienza mi ha consentito di arricchire il mio bagaglio personale, culturale e formativo. Ho avuto la fortuna di girare il mondo e di vedere fin da ragazzina diverse realtà, sicuramente lo sport è stato la mia palestra di vita più importante e ho deciso di trasmettere le mie conoscenze e competenze ai più piccoli. Quando mi relaziono con i bambini so perfettamente di non essere semplicemente un’istruttrice di pattinaggio ma una maestra di vita, perché attraverso lo sport si trasmettono valori nobili che spesso i bambini faticano, nella società attuale, a trovare.

Il mio lavoro come libera professionista incide tantissimo nella mia formazione. Noi viviamo grazie alle “idee” e quando progettiamo dobbiamo leggere, studiare e scegliere, quotidianamente. I progettisti scrivono e riscrivono le linee di un luogo e della città ogni qualvolta si trovano a dover progettare uno spazio pubblico. Certamente la normativa di settore necessita di una semplificazione e di maggior chiarezza perché spesso appare confusa e poco lineare.

Come vedi le politiche che il neo eletto presidente Cristian Solinas intende praticare per la Sardegna? Cosa vuoi suggerirgli ? O cosa non vuoi che faccia?

Solinas non è stato chiaro sulle politiche che vuole portare avanti per la Sardegna, anche perché si è fatto sostituire dai vari leader nazionali durante tutta la campagna elettorale. Non conosco la sua idea di Sardegna, ma spero non gestisca l’isola come ha gestito l’Assessorato ai trasporti, quando fu assessore della giunta Capellacci; ricordiamo tutti il fallimento della flotta sarda e i tantissimi soldi pubblici sperperati.

Il nostro ruolo in consiglio regionale sarà all’opposizione e saremo vigili su tutte le questioni. Dalle prime affermazioni del neo presidente si legge chiara l’ intenzione di riprendere a cementificare le coste e l’agro; noi siamo pronti a dare battaglia in aula e nella società sarda, insieme a noi si mobiliterà una grossa parte dell’opinione pubblica e noi vogliamo darle voce. Chiediamo, al contrario, che da subito si discuta dell’estensione del Piano Paesaggistico alle aree interne, che si faccia una riflessione sull’agro e che si semplifichino le procedure burocratiche che ad oggi frenano i comuni nell’adeguare i loro piani urbanistici al PPR. Il PPR, strumento di pianificazione organica e coerente del territorio va valorizzato, non depotenziato o svuotato da Piani Territoriali disomogenei.

A pochi giorni dal 8 marzo festa della donna  cosa ti senti di suggerire  a tutte le donne che cercano una affermazione professionale nel lavoro come nello sport  in questo mondo dominato principalmente dagli uomini?

 Ciascuna di noi è liberissima di vivere l’otto marzo come meglio crede ma sinceramente mi dispiace vedere che questa giornata, per troppe donne, è vissuta all’insegna del consumismo spicciolo. Il reale significato di questa festa ha bisogno di essere ricordato con più forza perché essa rappresenta le conquiste politiche, economiche e sociali della donna e le discriminazioni che subisce in molti paesi. Ce lo dimentichiamo troppo spesso, invece dobbiamo ricordarci sempre dove siamo arrivate e quanta strada dobbiamo ancora fare. Esiste ancora nella nostra società la diseguaglianza tra uomo e donna, nei ruoli come nelle retribuzioni. E’ una diseguaglianza che è anzitutto culturale e che ha come conseguenza anche la violenza sulle donne, che non è solo fisica; dobbiamo vincere una battaglia culturale e non la vinceremo con la contrapposizione, perché la questione uguaglianza è anche maschile. Per vincerla occorre che donne e uomini lavorino assieme, nella società e nelle istituzioni e lavorino a politiche che, dalla scuola al mondo del lavoro, ci portino ad accettare le differenze e al contempo a garantire pari opportunità. In una società fondata su questi due pilastri le donne saranno protagoniste, non ho dubbi.