Marco e Angelo, morti a poca distanza sulle strade buie e ghiacciate della Sardegna: “Strazio immenso”

Due vittime in poche ore. Marco Gessa sulla Provinciale tra Carbonia e Villamassargia dove, ogni notte, regna il buio pesto. Angelo Marongiu sui tornanti per Nulvi, quasi sicuramente per colpa della strada ghiacciata. Un giovane lavoratore e un muratore con un famoso passato da calciatore che non ci sono più: le loro storie


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Un trentottenne e un cinquantottenne vittime di incidenti stradali avvenuti in due differenti strade, accomunate da vari problemi: il buio e, visto il periodo, il ghiaccio. Marco Gessa ha sterzato, per evitare la carcassa di una volpe, sulla Provinciale 2 tra Carbonia e Villamassargia. Una manovra forse azzardata che l’ha portato al centro della carreggiata proprio mentre stava arrivando il Doblò con alla guida una 32enne di Iglesias. I carabinieri, sin dal primo momento, hanno confermato la pericolosità di quel tratto di Provinciale: non è illuminato, e infatti le indagini sono andate avanti sino all’alba per notare alcuni particolari totalmente invisibili in una fredda notte di febbraio. Forse, con qualche palo della luce attivo, Gessa avrebbe evitato di sterzare o avrebbe rallentato, attendendo il passaggio nella corsia opposta del Doblò. Un ragazzo conosciuto e benvoluto a Domusnovas: “Un ragazzo stupendo, sempre pronto ad aiutare gli altri”, così lo ricordano gli amici sui social. Distrutti dal dolore la madre e il padre, convocati nel cuore della notte in caserma per la comunicazione del terribile schianto.
A qualche centinaia di chilometri di distanza, poco prima dell’alba, è morto Angelo Marongiu: un passato da calciatore e un presente da muratore, si è ribaltato con la sua Hiunday nella strada che ha fatto tantissime volte per tornare nella sua Nulvi, dalla moglie Lina e dal figlio Mattia. È stata disposta l’autopsia, bisogna chiarire se abbia avuto un malore improvviso o se sia tutta colpa della strada ghiacchiata: “Mio fratello aveva avuto un infarto, due anni fa, e si era salvato. Da quell’episodio stava bene, aveva solo i tipici acciacchi dell’età. Si faceva sempre controllare dai medici”, racconta, con la voce rotta dalla disperazione, a Casteddu Online, il fratello Paolo: “Non riusciamo a darci pace, è uno strazio immenso”. Angelo Marongiu era conosciutissimo da sud a nord dell’Isola, avendo militato in tante squadre di calcio. Non aveva mai raggiunto compagini di livello, come per esempio il Cagliari: “Ma da ragazzo erano arrivati per vederlo giocare e per inserirlo nelle giovanili rossoblù”, ricorda ancora il fratello. “Stava rientrando a casa. Un malore, un colpo di sonno, colpa del ghiaccio”. Dalla dinamica dell’incidente, si propende a quest’ultima ipotesi.


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